Il prefetto Ferrandino bacchetta i commissari: troppo potere a dirigenti
3 min di letturaIl prefetto di Catanzaro Francesca Ferrandino ha mandato una missiva alla terna commissariale
LAMEZIA. Una lettera suddivisa in sedici punti per richiamare all’ordine la commissione straordinaria che, da quasi un anno, sta amministrando il Comune di Lamezia Terme sciolto per la terza volta per infiltrazioni mafiose.
Pare dunque che la macchina comunale si sia inceppata e stiano venendo fuori una serie di criticità solo apparentemente nascoste. Per questo il prefetto di Catanzaro Francesca Ferrandino ha deciso di chiedere i dovuti chiarimenti tramite una missiva alla terna commissariale.
Tre pagine a cui bisognerà dar conto in tutti i suoi punti, a cominciare dall’evidente incoerenza delle assegnazioni ai tre dirigenti delle rispettive funzioni in relazione alle competenze personali. Partendo innanzitutto dal presupposto che i dirigenti previsti in servizio sarebbero dovuti essere sette, i tre dirigenti in questione sono stati citati nella relazione della commissione d’accesso e sia Nadia Aiello che Alessandra Belvedere risultano attualmente in aspettativa. Cosa di non poco conto.
Entrambe le dirigenti poi, laureate in Economia aziendale una e avvocato l’altra, guidano svariati settori quali: lavori pubblici e nuove opere, urbanistica, ambiente, Protezione civile, verde pubblico, risorse umane, programmazione strategica, promozione del territorio (fiere, mercati, cultura, sport), entrate comunali, servizi demografici. Per citarne alcuni. Senza dimenticare Salvatore Zucco che dirige la polizia municipale, i servizi sociali e la pubblica istruzione.
Da qui uno dei punti focali sui quali spinge il prefetto di Catanzaro, ovvero un eccessivo carico di competenze sulle due dirigenti che, essendo degli amministrativi, difettano per esperienza tecnica. La stessa necessaria per guidare settori come l’edilizia, l’urbanistica, lavori pubblici e manutenzioni, ambiente.
Un elemento critico che emerge dalla missiva in questione è quello poi dei consistenti ritardi nell’adempimento finanziario: il bilancio di previsione, per esempio, è stato approvato il 18 aprile ma la scadenza era fissata al 30 marzo; il piano esecutivo di gestione e performance, la cui scadenza cadeva nel ventesimo giorno dopo l’approvazione di bilancio, non sono stati proprio adottati; il rendiconto per l’anno 2017 approvato tre mesi dopo il termine previsto per il 30 aprile; a non essere approvati neanche il fabbisogno del personale 2018/2020, né il Documento unico di programmazione 2019/2021.
Gravi problemi al settore ambiente e Protezione civile per carenza assoluta di personale qualificato e strutture adeguate, carenza di personale tecnico tra ingegneri e contabili, eccessiva parcellizzazione dei settori della macchina organizzativa e conseguenti rallentamenti e disorganizzazione, il segretario generale non a tempo pieno sono la ciliegina sulla torta.
Ora la parola passa ai commissari.
V.D.