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Presentato a Chiaravalle il libro di Domenico Dara

6 min di lettura

Presentato a Chiaravalle Breve trattato sulle coincidenze, nella libreria Parole di carta, da una Ippolita Luzzo felice, ma «di una felicità diversa stasera. Inseguo Domenico dall’anno scorso, da Luglio, da una presentazione del libro a Lamezia Terme.

L’ho seguito poi, per ogni successiva presentazione e ciò vi dà la sensazione di quanto mi sia piaciuto questo libro magico». Un libro definito dalla Professoressa un medium, un tramite; «L’incontro con questo libro mi ha cambiata la vita in un modo che lo scrittore ancora non sa.

Il personaggio del postino è anche quello di Cormos, dove le persone accompagnate fanno le loro conferenze. La nostra vita è fatta di coincidenze che dobbiamo essere in grado di vedere per dare un senso ad essa». E poi il microfono s’avvicina alla bocca dello scrittore che narra la realtà sull’incontro con la blogger e amante della lettura: «Ippolita non l’ha detto ma il nostro incontro non è stato dei migliori: quella sera a Lamezia c’erano solo sei persone alla presentazione e dopo qualche minuto, la sesta persona si alza e se ne va. Quella persona era Ippolita che da quella volta divenne la mia lettrice più attenta». La storia narrata nel libro si svolge a Girifalco nel 1969, aprile del ’69: l’uomo metterà piede sulla Luna. Il postino del paese apre tutte le lettere che vi arrivano. Le legge e le richiude con la stessa attenzione con la quale le ha aperte per poi consegnarle il giorno dopo il loro arrivo. La posta nel paese arriva sempre con un giorno di ritardo.

«Chi ha il controllo della corrispondenza, ha il controllo della comunicazione perché la scrittura è l’unico mezzo per tenere in contatto le persone». In un momento preciso della sua vita, di estrema solitudine, il postino entra nella vita dei suoi concittadini, scrivendo alcune lettere ex-novo, non consegnandone altre», ma colui che potrebbe infastidire per il suo comportamento invadente, risulta un personaggio positivo con il quale, nel corso della vicenda ci identificheremo. Ci somiglia perché quando  entra nel destino degli altri lo fa solo per aiutarli. «Interverremmo anche noi in queste ingiustizie umane». E poi c’è Ciccio il Rosso, personaggio che incarna le istanze politiche, economiche.

È il classico comunista di paese. Analfabeta per scelta perché convinto che la scrittura sia un’invenzione democristiana per governare le masse. «A Girifalco sta per iniziare la campagna elettorale e il sindaco democristiano deve assolutamente essere riconfermato per mandare avanti un affare losco». Ciccio il Rosso viene invitato dal sindaco ad un voto di scambio: il suo voto in cambio di un lavoro al figlio. Dopo un no iniziale, Ciccio il Rosso ritorna dal sindaco al quale dice di accettare lo scambio se avrà un’autorizzazione dal segretario generale del Pc, proprio da Berlinguer. «Da Girifalco parte dunque la lettera e, se volete sapere il resto, comprate il libro» conclude simpaticamente Domenico Dara. «L’appartenenza ad una ideologia ci fa sentire che non siamo individui soli» completa la Professoressa «La scelta di un’idea ci fa sentire personaggi più che persone». Le storie presenti nel libro sono moltissime, «possiamo dire poco ma la lettura rivelerà cose nuove».

Nel libro c’è un sottotesto, spiega Ippolita: «la nota sempre uguale, quella del perché succedono le cose; perché la nostra vita ha preso quella strada, perché la nostra vita è diventata qualcosa che noi non possediamo, che non abbiamo programmato. Gli eventi porteranno su strade che non pensavamo. È quello che l’autore ripete nel testo in un crescendo di toni». Prosegue lo scrittore: «Al fondo di questa storia c’è il senso di una possibilità che poteva cristallizzarsi. Rimpianti, rimorsi; ogni vita è una possibilità, chi ci dà la conferma che la scelta sia stata quella giusta? Il postino si pone spesso questa domanda. Il suo essere demiurgo è un’opera di compensazione alla sua vita che manca di affetti. Colloca ogni evento terreno ed ultraterreno all’interno di una struttura armonica. Gli piace la storia di Pollicino, soprattutto dei sassolini bianchi che gli indicavano la strada del ritorno. E il postino pensa che sarebbe bello se tutti avessimo dei sassolini che ci indicassero la strada. Le coincidenze sono dei sassolini che qualcuno lascia per indicarci la giusta strada».

Il postino raccoglie 450 sassolini bianchi nelle sue tasche, cioè 450 coincidenze e tutto ha un senso poi. E confida la blogger ai presenti: «per me parlare è parlare di ciò che amo fare: leggere. La lettura è una zattera sulla quale possiamo navigare felici e affrontare qualsiasi difficoltà». E Dara prosegue: «per tutto il libro parleremo del postino come “postino”, solo nell’ultimo capitolo scopriremo il suo nome e sarà così importante da costringere a rileggere il libro in una nuova chiave». E Ippolita: «C’è una sola lettera che il postino non consegna e all’interno c’è la foto di una donna in costume». La scrittrice- lettrice ritiene che la maggior parte dell’amore sia nella nostra testa così come nella testa del postino innamorato di Marianna. « Le Nàiadi, figure della mitologia greca, erano le ninfe che presiedevano a tutte le acque dolci della terra e possedevano facoltà guaritrici e profetiche; sono esseri di sesso femminile, dotate di una vita longeva, seppur mortale.

Una di queste  ninfe  mitologiche, per il protagonista del libro,  sarebbe  Marianna Focaru,  Via Conello, numero 6, donna con dei seni statuari,  messa ad aprire una storia vissuta sul piano dell’immaginario, di quelle ossessioni che vi dicevo.  Lui, filo conduttore del racconto,  di mestiere fa il postino, e decide per la prima volta di contravvenire al suo ruolo di servizio conservando  una lettera  spedita a Marianna, con una sua fotografia in costume da bagno.  La conservò come si conservano i segreti in confessionale, la conservò come se fosse la stessa cosa se averla o non averla quella donna per sé», si legge nel post della blogger che elabora la storia  per associazioni.

«Sono due in realtà le lettere che non consegna» puntualizza l’autore «la prima lettera che lo induce in tentazione è quella per una donna e non è un caso: la foto di Marianna in costume la conserverà sempre con sé perché per il postino avere una donna o la foto di una donna è la stessa cosa. L’altra è una lettera d’amore anonima che ha la sua scrittura ed è di tanti anni fa». Tutti gli uomini si portano dietro dei buchi rispetto ai quali il postino vuole porre dei rammendi. La lettura è un topos letterario, spiega Ippolita, e se ne potrebbe parlare per ore, è un messaggio, un’esperienza letteraria che ci dice altro. E poi richiama i nomi dei poeti che hanno vissuto la Calabria: Lorenzo Calogero e Michele Pane. Nomi non citati a caso dall’autore che voleva dare un’immagine diversa della Calabria, luogo letterario, e voleva rendere omaggio alla sua lingua. «E sul tema della lingua ringrazia la collega Sonia Serazzi che ha dimostrato nei suoi scritti che italiano e dialetto sono mescolabili in una giusta formula. Ci vuole consapevolezza del mezzo linguistico».

Calogero diventa un vero personaggio del romanzo, Michele Pane, poeta dell’800, entra nel libro in maniera indiretta con una sua poesia che si tramuta in lettera, scritta dall’America da chi desiderava tornare in Italia. e poi la blogger annuncia la sua coincidenza: al Festival letterario di Tropea presenterà un libro, raccolta di recensioni, dove parlerà di tutti i libri letti dal 2015. E poterlo dire allo scrittore che legge è una vera gioia per l’entusiasta blogger. L’autore: «La scrittura inizia ancor prima di prendere carta e penna, inizia con l’osservazione». E un successivo intervento di Giuseppe Sestito avalla l’enunciato: «si evidenzia nella storia narrata la potenza della scrittura» che suscita lo spontaneo applauso.

«Nel momento in cui si chiede ai ragazzi di confrontarsi con la scrittura, la loro mente va sulle mancanze affettive, su quel buco che la scrittura cerca di rammendare» aggiunge lo scrittore. Già la scrittura è la forza più sentita e amata da chi sa utilizzarla nella sua purezza.

Giovanna Saladino

Breve trattato sulle coincidenze domenico dara

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