Presentato ad Aiello Calabro il “Piccolo vocabolario del dialetto aiellese”
3 min di letturaLo scorso 8 agosto, all’interno del centro storico di Aiello Calabro in provincia di Cosenza, è stato presentato il libro “Piccolo vocabolario del dialetto aiellese” scritto da Pietro Pucci e Eugenio Medaglia, edito da Officine Editoriali da Cleto, alla presenza del Sindaco Luca Lepore.
Una ricerca decennale, in un volume che raccoglie migliaia di vocaboli del dialetto aiellese, con la relativa spiegazione dell’origine e del significato, insieme al contesto nel quale ogni singolo termine veniva utilizzato, come proverbi, frasi, poesie in vernacolo e modi di dire.
Eugenio Medaglia, co-autore del vocabolario giunto alla seconda edizione ed arricchito di moltissimi nuovi termini, afferma: “Questo libro, questo lavoro, è fondamentalmente una ricerca delle radici, perché secondo me e secondo gli altri che hanno collaborato, andare alla ricerca nel passato delle proprie radici è un modo per opporsi alla morte, all’oblio. La ricerca delle radici per noi è la ricerca della vita e la possibilità di capire come eravamo, come parlavamo e soprattutto di ricercare la nostra identità. Ognuno di noi si identifica con il proprio linguaggio, c’è chi diceva: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, noi diciamo, “Dimmi come parli e ti dirò chi sei, dimmi come ti esprimi e ti dirò chi sei”, perché la parola è quella costruzione tipicamente umana che ha sia un corpo e sia un’anima, sia un suono e sia un sentimento”.
Moderatrice della serata Gisa Guidoccio, scrittrice, ricercatrice, persona impegnata nel panorama culturale aiellese. La Guidoccio, oltre ad aver letto delle poesie durante la presentazione, ci ha raccontato come sia stato, collaborare alla stesura del vocabolario: “Ho collaborato alla stesura di questo piccolo vocabolario del dialetto aiellese in qualità di ricercatrice. Il mio compito è stato quello di “individuare”, diciamo così, termini utilizzati nell’atto pratico, soprattutto nel momento in cui c’era da stabilire le zone dove i termini venivano usati, piuttosto che, materialmente, trovare delle parole, delle cadenze”.
Anche Luca Lepore, Sindaco di Aiello Calabro, ha presenziato questo evento così importante, e lo ribadisce nelle sue parole attente e incoraggianti: “Stasera siamo qui nella nostra bellissima e piccolissima Piazza del Popolo, la “Praca”, per la presentazione del piccolo vocabolario aiellese, una serata importante in quanto si consegna alla comunità un lavoro di due personaggi illustri. Viene consegnato a noi e alle nuove generazioni per ricordare la storia, il nostro passato, che ci insegna ad andare avanti per un futuro migliore. Questo evento di oggi, ripeto, un lavoro certosino, si aggiunge al percorso che l’Amministrazione Comunale da me guidata, ha avviato da un anno a questa parte, per la valorizzazione culturale del nostro borgo e delle nostre bellezze. Abbiamo avviato il restauro conservativo del nostro castello, un’opera importante che sicuramente è all’inizio, ma contiamo di recuperare risorse per arrivare alla fine e consegnarla al paese, come anche la chiesa della Madonna delle Grazie, i cui lavori sono iniziati un pò di tempo fa e che presto, speriamo di consegnare ai cittadini aiellesi”.
Il Prof. Pietro Pucci, autore del volume con Eugenio Medaglia, rammenta ai partecipanti la ricerca decennale che porta alla riedizione di questo volume che raccoglie migliaia di vocaboli del dialetto aiellese spiegandone l’origine e il significato, arricchite dall’uso nel contesto delle frasi e rievocando antichi modi di dire, proverbi e poesie in vernacolo riscoperte dal passato e altre più recenti. Più di cinquecento pagine arricchite da molteplici fotografie raffiguranti il centro storico di Aiello Calabro e sulla copertina, un’opera di Tonino Simone. Un’opera unica, di scoperta e riscoperta della nostra lingua, delle nostre origini, che non vanno mai smarrite, ma ricordate e coltivate, perché, come scriveva José Saramago: “Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria, non esistiamo e senza responsabilità, forse, non meritiamo di esistere”.
Riccardo Cristiano