Presentato a Lamezia corso preparazione allattamento al seno
5 min di letturaPromuovere ed intensificare l’allattamento materno, formare ed informare i genitori su come prendersi cura del neonato, sono questi gli obiettivi del corso per l’allattamento al seno, promosso dal dipartimento Materno infantile dell’ASP di Catanzaro in collaborazione con il reparto di Neonatologia di Lamezia Terme, presentato in una conferenza stampa, coordinata dall’addetto stampa dott. Pasquale Natrella, che si è tenuta nel presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme.
Il corso sugli aspetti legati alla nascita e all’allattamento, rivolto in via prioritaria alle mamme che sono prossime al parto, avrà inizio martedì 7 febbraio nel reparto di Neonatologia dell’ospedale lametino, con la previsione di circa 20 mamme a corso e discussioni in merito agli aspetti legati alla nascita e all’allattamento.
L’iniziativa sarà aperta anche alle madri che sono già alle prese con un neonato e con gli interrogativi sull’allattamento.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda l’allattamento al seno in maniera esclusiva fino al compimento del 6° mese di vita, per ridurre il rischio legato alle comuni malattie.
Il bambino allattato al seno richiede minori cure mediche e viene meno ospedalizzato. Questa protezione è di lunga durata, per questo il latte materno viene definito “dono prezioso per tutta la vita”.
Presenti all’incontro insieme al Direttore generale dell’Asp di Catanzaro, dott. Giuseppe Perri, dirigenti medici e responsabili coinvolti nel progetto, che hanno illustrato modalità e finalità del corso.
Per il dott. Giuseppe Perri “l’allattamento al seno è salutare per il valore immunologico, per il valore psichico relazionale della madre ed è del tutto necessario che i nostri servizi perdano la dimensione di organizzazioni statiche”. Nel precisare, inoltre, che è necessario un coinvolgimento attivo della famiglia, il d.g. Perri ha spiegato che bisogna parlare tutti lo stesso linguaggio e che “spesso il veicolo dell’informazione corretta influenza l’attenzione degli utenti sulla tutela della salute.
Evitare messaggi contrastanti aiuta anche a migliorare i servizi, solo la prevenzione può garantire sostenibilità al sistema” . Per fare ciò dobbiamo superare la fase in cui la realtà del territorio e quella territoriale rimangono come distinte e non collegate, perché l’efficacia dell’ospedale si vede anche dal tempo in cui l’utente viene ricoverato”. Ha poi richiamato la recente corsa ai vaccini dopo i casi di meningite “che ha fatto capire l’importanza di certe pratiche nonostante notizie apprese in modo non ufficiale ma distorte.
Parimenti l’allattamento al seno è una pratica naturale, tra le prime che si danno, per la salute del bambino. Dobbiamo per questo cercare sempre più un linguaggio comune tra ospedale, consultorio, pediatri e gli altri soggetti coinvolti”. “Dobbiamo dare – ha concluso il dott. Perri riferendosi alla rimodulazione del comparto materno infantile per le decisioni del commissario Scura – una risposta di efficienza ed efficacia, partendo da pratiche come queste che hanno costi nulli ed un peso però enorme. Su tagli e scelte a noi superiori la risposta è dare un’offerta qualitativamente all’altezza”.
Il dott. Domenico Perri, direttore del dipartimento Materno infantile, si è complimentato con la dott.ssa Orsola Ciriaco, direttore del reparto di neonatologia e ha precisato che “l’allattamento al seno era un obiettivo di budget inserito nel bilancio 2016, dunque con tale progetto non vogliamo togliere funzioni al territorio, ma affiancarlo”. “La nostra azienda – ha spiegato il capo dipartimento – ha preso atto del piano regionale di prevenzione, con questo corso siamo in piena sintonia con le linee dettate dalla Regione e dall’Azienda, al fine di migliorare le prestazioni fornite dalla struttura ospedaliera”. “Con il corso – ha aggiunto il dott. Mimmo Perri – diamo un ulteriore servizio alle nostre utenti, e sarei felicissimo se un giorno anche l’Asp di Catanzaro possa avere una banca del latte”
“La regione Calabria – ha dichiarato la dott.ssa Mimma Mignuoli, referente regionale del progetto – ha dovuto organizzare il Piano di prevenzione rispondendo a tutti gli indicatori nazionali, è stata da sempre sensibile e l’allattamento al seno è tra gli obiettivi di sanità pubblica, infatti è tra i 139 indicatori”.
“Si tratta di una catena formata da tanti anelli – ha aggiunto – ed è circolare, laddove uno non può prescindere dall’altro, tutti gli attori devono concorrere agli obiettivi comuni, il Ministero ci sta già chiedendo di rendere conto di quanto si sta facendo”.
La referente regionale ha poi sottolineato che “al momento della nascita non può mancare l’allattamento al seno entro la prima ora ed esso va implementato almeno fino al sesto mese di vita del neonato: un traguardo da raggiungere per il benessere del bambino e anche della mamma”.
La dott.ssa Orsola Ciriaco, direttore del Reparto di Neonatologia, ha sollecitato i sanitari ad essere più convincenti ed incisivi nel persuadere le neomamme ad allattare.
“Nei primi giorni dopo il parto ha spiegato – iniziare ad allattare può risultare difficoltoso, il neonato magari fa fatica a bere il latte dal seno. In questi casi il compito dei sanitari deve essere da sprone e da sostegno per non far scoraggiare la puerpera”.
“Negli ultimi anni di attività in ambulatorio – ha affermato la dott.ssa Anna Maria De Sensi, che sarà docente del corso – ho constato che le neo mamme si trovano spesso dopo il parto ad essere confuse, anche per pressioni familiari, specie nella fase dell’allattamento. La parte alimentare – ha aggiunto – è una fase importante della vita della mamma e del bambino, con l’aiuto dei medici di base e di quelli del territorio spero di portare avanti questa esperienza per informare al meglio le madri di oggi ma anche quelle di domani”.
“Il latte della mamma – ha sottolineato – è un dono prezioso che il bambino si porterà per tutta la vita, una bontà di salute cui non possiamo rinunciare. Non esistono controindicazioni, né problemi di salute nell’allattamento al seno, tramite cui la madre rafforza anche le prime difese immunitarie del figlio”.