Presentato a Rende il libro “Polaroid” di Giulio Riga
4 min di letturaLo scorso 29 novembre, a Rende, nella sala Londra del Museo del Presente, è stato presentato il libro “Polaroid” di Giulio Riga, edito da Officine Editoriali Da Cleto
Giulio Riga nasce a Roma, vive da moltissimi anni a Rende, in provincia di Cosenza, dove attualmente svolge la professione di Agente di Commercio nel settore Wine & Spirits.
Negli anni ha scritto diversi lavori su commissione, ma soltanto di recente termina i suoi scritti apponendo in calce la propria firma. Polaroid è la sua prima raccolta di racconti.
Incontriamo Giulio prima della presentazione, chiedendogli contezza del suo primo libro e del titolo, che ci incuriosisce: “Il titolo, in sostanza, viene dopo secondo me, per ogni cosa il titolo deve venire dopo paradossalmente, lo direi anche dopo il nome ai figli, però è impossibile pure chiamarli”.
Giulio è un tipo simpatico, non si può non ascoltarlo senza rimanere colpiti dalla sua personalità: “Non è altro che una raccolta di racconti, sono dei frammenti della mia memoria, con i quali ho fatto pace col tempo, ed è proprio avendoci fatto pace, che sono riuscito a metterli su carta di fatto, quindi rendendoli assolutamente veri, offrendoli in pasto al mondo. L’effetto che ne viene fuori, non detto da me, ma da chi ha avuto la fortuna di leggerlo, è proprio quello della sensazione di vedere una fotografia, avere una fotografia davanti e raccontare la fotografia che si vede”.
Autrice della prefazione del libro Polaroid è Mariateresa Buccieri, lettrice instancabile, un’amica che già conoscevo, grazie al “Premio Letterario Un Libro Amico per L’inverno” organizzato dall’associazione Culturale GueCi, della quale è giurata, insieme alla presidente, Anna Laura Cittadino. Chi meglio di lei, può darci una considerazione del libro di Giulio?
“Questo libro, è forse il più difficile che io abbia letto, non per il contenuto, ci mancherebbe, ma per Giulio che è un amico da 30 anni e allora è difficile rimanere obiettiva su una persona che si cimenta a fare lo scrittore e cercare di dire cosa racconta il libro. Però ho trovato nel libro un Giulio che conoscevo e un Giulio che pensavo di conoscere. Leggendo il libro, mi ha ricordato quanto Giulio è amante del cinema e allora l’ho visto un po’ come ad episodi, infatti lui descrive la scenografia dove si ambientavano i momenti delle varie storie in modo dettagliato quasi a entrare dentro la storia”.
Uno dei momenti speciali della serata, è stato quando l’editore delle Officine Editoriali Da Cleto, Marco Marchese, ha dato la possibilità agli ospiti di toccare una vera macchina fotografica Polaroid.
Ognuno la osservava incuriosito, passandola e mimando il gesto di scattare una foto, come si faceva un tempo, prima dell’avvento dei moderni smartphone.
Durante la presentazione, grazie alla docente di lettere Rossana Cosco ed ai suoi studenti, abbiamo potuto ascoltare dalla viva voce di questi ultimi, degli stralci del libro.
Rossana, ha voluto così far conosce alle sue classi il libro, il quale ha colpito molto i giovani lettori. Ma cosa ha spinto Rossana a farlo? Glielo abbiamo chiesto, attratti dal suo sorriso che è davvero contagioso: “La confezione, che è particolare, attenta, precisa, asciutta, come effettivamente dovrebbe essere un libro. Inoltre, avendolo letto e regalandolo, a questo punto io in realtà sono rimasta molto colpita. Mi piace veramente condividere un momento bello, quando tra colleghi, tra amici, anche tra persone sconosciute mi ha particolarmente colpito. Stasera ci sono tanti miei alunni che hanno già letto il libro, i ragazzi hanno avuto un po’ di fatica, cioè hanno dovuto attenzionare il libro perché effettivamente non è il classico racconto, la solita storia narrativa, va letto e riletto, ma è un libro per tutti, davvero”.
Scrive Giulio Riga, nel suo libro Polaroid: “Aveva dimenticato l’esistenza di quella fotografia. La prese lentamente con uno strano pudore e la tenne tra le dita a lungo, poi l’avvicinò al
naso a occhi chiusi, aspirandone l’odore. Gli venne istintivo il pensiero che ce ne sarebbero state delle altre, sul fondo. Qualche minuto dopo, il vecchio tavolo della cucina era ricoperto di vecchie Polaroid”.
Riccardo Cristiano