Previsioni Spread e impatto sui mercati 2019
3 min di letturaCosa può accadere alle borse e allo spread nel corso del 2019?
Sono in tanti a porti questo genere di domanda. Non parliamo soltanto di coloro che sono professionisti nel settore delle borse. Il destino dell’economia preoccupa e interessa anche il privato cittadino spesso terrorizzato dalla sola menzione dello spread.
Le sue oscillazioni hanno segnato in negativo la fine del 2018 quando a causa del tira e molla tra Salvini, Di Maio ed Unione Europea si è rischiato un nuovo tracollo finanziario simile a quello di berlusconiana memoria, eppure in questo momento le borse sembrano aver ritrovato un momento di calma, ma quanto potrà durare?
Sono davvero tante le incognite che gravano sulla politica e sull’economia mondiale e sembra necessario cambiare atteggiamento verso l’Unione Europea e i mercati per cercare di mantenere la situazione sotto controllo. Il rapporto tra governo ed EU si preannuncia davvero come la discriminante principale per far tornare il prezzo del differenziale tra Btp e Bund Tedeschi al di sotto dei 200 punto con effetto positivo per Piazza Affari.
Gli snodi borsistici del 2019
Intanto è uscito il rapporto di ricerca Assiom Forex, ovvero l’associazione degli operatori dei mercati finanziari, che elenca tutti i possibili rebus che possono avere un impatto sull’andamento borsistico per il 2019:
- Prima di tutto la Brexit
- Secondo punto è la guerra dei dazi scatenata da Trump con la Cina
- Al terzo posto le elezioni europee che ci saranno a maggio
- Al quarto posto, ma non per importanza, il confronto Italia UE
In questo momento potrebbe essere proprio il quarto punto uno snodo focale. Fino a quando non tornerà il sereno nei rapporti tra Italia e UE gli scenari economici resteranno preoccupanti. La situazione nostrana è problematica per tutta l’Unione perché se le cose dovessero degenerare nel nostro Paese allora potrebbero farlo anche in altre nazioni vicine, per questo la situazione italiana è sempre monitorata molto da vicino.
Come investire in un simile scenario?
In una simile situazione fare trading resta piuttosto complesso e questo perché gli investitori non riescono a seguire bene le evoluzioni del mercato, giudicate troppo volatili per il momento. Per far ripartire i mercati ci vorrebbe innanzitutto una distensione tra il governo gialloverde e l’Unione Europea, ma intanto le stime di crescita per l’Italia arrivano sempre più oscure e incerte.
Lo spettro della recessione sta prendendo sempre più corpo perché una crescita allo 0,4 o 0,6% non è abbastanza per le necessità finanziarie italiane. Da dove possono provenire segnali di ripresa?
Le speranze di ripresa si aggrappano allora all’unico indicatore anticipatore rimasto positivo, quello della fiducia delle famiglie. Gli economisti spiegano che questo dato reagisce più lentamente rispetto alla congiuntura, perché è collegato al tasso di occupazione che a sua volta è figlio delle dinamiche economiche del passato recente. L’occupazione, in altre parole, tende a scendere solo dopo qualche mese di frenata della crescita, così come comincia a salire solo quando la crescita si rafforza.
Tra i dati davvero negativi di questa congiuntura economica, vi è quello relativo agli investimenti privati che continua a destare preoccupazione. Per Confindustria la fiducia delle imprese è calata anche a gennaio e lo hanno dimostrato anche alcuni dati Istat. Peggiorano quindi le valutazioni delle imprese sulle condizioni per investire. Oltre alle percezioni ci sono le cifre ad offrire visioni concrete.
Gli investimenti in beni strumentali da parte delle imprese potrebbero crollare a un -0,3% con grosse conseguenze e una ripresa che poterebbe vedersi, a questo punto, solo nel 2021 con uno scarno +0,5%.
Insomma i tempi non sembrano essere maturi per investire sui mercati italiani.