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Primavera della Calabria: le “elezioni della vergogna”

7 min di lettura

“L’astensionismo rischia di diventare il primo partito”

Comunicato Stampa

Le prossime elezioni politiche passeranno probabilmente alla Storia come le “elezioni della vergogna”: il nostro Paese per la prima volta va al voto dopo la caduta di un governo tecnico mai formalmente sfiduciato, dopo una campagna elettorale desolante caratterizzata dalla corsa al seggio sicuro (ovunque sia), che ha ulteriormente allontanato gli elettori dalla politica, e con una legge elettorale che conserva sostanzialmente i caratteri di incostituzionalità già censurati dalla Corte: primo fra tutti, l’impossibilità per i cittadini elettori di scegliere effettivamente chi li dovrà rappresentare in Parlamento.

Soprattutto nelle Regioni del Sud, dove finanche l’ennesimo cartello di estrema Sinistra (votato più alla salvezza di pochi, che alla rappresentanza dei più fragili) ha mortificato la rappresentanza dei candidati locali, per garantire le autoproclamate élite.

Quelle che, pressoché in ogni partito (con la sola eccezione delle “parlamentarie” del M5S), decideranno la composizione del futuro Parlamento: non solo un’assemblea di nominati senza alcun vincolo di rappresentanza e responsabilità verso i territori, ma un’istituzione ancor meno rappresentativa, a causa del taglio nel numero dei Parlamentari, che si riverbera in una progressiva evaporazione dalla scena democratica delle periferie sociali, economiche, territoriali del Paese.

In un quadro politico già gravemente minato dalla sfiducia nei partiti e dalla perdita di autorevolezza delle istituzioni, l’astensionismo rischia di diventare il primo partito, nel Paese e soprattutto nel Centro-Sinistra, che si presenta diviso di fronte alla coalizione di Destra (vera responsabile della caduta del governo!) dichiaratamente sovranista ed estremista, che già si prepara a governare e a cancellare non solo il reddito di cittadinanza, ma decenni di conquiste di libertà e diritti.

Come uscirne? Non certo premiando gli artefici del danno, ovvero cedendo al “voto inutile”, preteso dal Segretario del PD, Enrico Letta, che, in ossequio alla fantomatica “Agenda Draghi” e al Premier uscente, ha preferito regalare la vittoria a tavolino alla Destra (nel silenzio attonito del suo stesso partito!), piuttosto che corroborare l’unica alleanza elettorale che avrebbe potuto contrastarla: quella con il M5S e tutte le forze progressiste che da tempo lavorano a uno spazio rosso-verde.

Una responsabilità imperdonabile che passerà alla Storia. Non solo perché segna la palese abdicazione della politica (ovvero di quella linea politica) alla tecnocrazia economica, ma perché l’aver rifiutato anche solo il patto di desistenza sui collegi uninominali rischia di regalare alla Destra una maggioranza schiacciante che, se dovesse raggiungere i 2/3 dei seggi, le darebbe il potere di cambiare la Costituzione, in senso presidenziale (e chissà cos’altro!), senza neppure passare dal referendum.

Un voto in-utile, soprattutto al Sud, dove l’appoggio all’autonomia differenziata, la resa sullo scippo del PNNR e la riconferma dei soliti noti o “impresentabili” nei seggi sicuri (ai bravi solo candidature di servizio!) segna la cesura fra questa dirigenza e le periferie del Paese.

Una crisi politica e democratica conclamata alla quale non si può rispondere piegandosi a scelte “obbligate”, personalistiche (nessuno si salva da solo!) o accettando passivamente le regole del gioco.

È per questo che come “Primavera Della Calabria” non parteciperemo alle elezioni con candidati nostri, che non corrispondono al riconoscimento di uno spazio politico, ma con il voto, libero e coerente con i nostri obiettivi e ideali. Siamo nati per contribuire all’“unità e al rinnovamento” della Sinistra, per costruire uno spazio progressista ecologista, femminista, europeista, intergenerazionale, realmente democratico e partecipato, non per abbatterlo definitivamente. E per farlo è imprescindibile riaffermare non solo uguali diritti e opportunità per tutti, ma anche quelle regole di Democrazia Costituzionale che, non solo la Destra, ma lo stesso PD renziano hanno tentato, in passato e oggi, di erodere con riforme di stampo verticistico ed economicistico.

Da troppo tempo assistiamo a un progressivo restringimento degli spazi di democrazia, dei diritti più basilari e delle libertà, civili e politiche.

Al contrario, il nostro tempo chiede una evoluzione verso una democrazia più partecipata e più rappresentativa, verso un modello di sviluppo definitivamente “green”, verso la piena e uguale fruizione dei beni comuni e diritti fondamentali, lavoro, salute istruzione in primis.

Ma se l’obiettivo, neanche più tanto celato, è quello di far fare alla peggiore Destra di sempre, le riforme che non sono riuscite neppure a Renzi, la reazione non può essere quella della resa al ricatto del “voto utile” (a tale disegno) o a una Sinistra frantumata e autoreferenziale, che cede in casi estremi al personalismo che vorrebbe combattere, e che non va (e non può andare) oltre la mera testimonianza di quelle battaglie di giustizia sociale, ambientale, territoriale, intergenerazionale e di genere che vorrebbe rappresentare.

Una Sinistra che ha come prima (e spesso unica) preoccupazione la perpetuazione di un ceto politico che ha fallito troppe volte per poter essere più credibile e, ancora una volta, scommette su poche ottime candidature (a cui auguriamo ogni successo) solo come specchietto per le allodole.

Li vogliamo nella stanza dei bottoni, non solo sui manifesti elettorali! Soprattutto coloro che, nel silenzio di molti, hanno avuto il coraggio di schierarsi, soprattutto dopo la pandemia, contro l’autonomia differenziata, per un’equa ripartizione delle somme del PNRR, per la una Sanità pubblica uguale da nord a sud, per il rilancio della scuola pubblica, contro la speculazione energetica, contro il ritorno a trivelle e nucleare, per una transizione ecologica che garantisca al nostro Paese quell’autonomia energetica verde che fa paura a tanti in Europa e nel mondo.

E non stanno tutti da una sola parte. Chi lo afferma strumentalizza a proprio vantaggio battaglie che o diventano di tanti o saranno definitivamente bruciate! Basta cartelli! Basta santi utili solo a salvare se stessi! Abbiamo bisogno di uno spazio politico nuovo!

In questo contesto desolante, non si può non riconoscere che battaglie cruciali, come quella per il reddito di cittadinanza, per la riduzione dell’orario di lavoro, per il salario minimo, ecc. sono state portate avanti, e con successo, non dal Centrosinistra, ma da quel M5S, e dal suo attuale leader, Giuseppe Conte, che, nei suoi “Nove punti per il Paese” ha tracciato di fatto il programma di uno spazio progressista innovativo, autonomo e non allineato. Anche per questo è diventato il nemico numero uno di quanti, nello spazio progressista, ancora una volta si è reso complice del “divide et impera”, non ha saputo (o voluto) individuare il suo avversario politico.

Per noi è e resta la Destra e il suo disegno sovranista e di cancellazione delle conquiste civili e sociali frutto di decenni di battaglie! Non ultimo, il suo bellicismo e pervicace contrasto a ogni soluzione diplomatica per la pace!

È un punto di partenza, che va corroborato, sostenendo il progetto di questo spazio progressista, innovativo e plurale, da costruire e ampliare, fin dal 26 Settembre, insieme a quanti da tempo ci lavorano, con credibilità e autonomia. Per questo abbiamo rifiutato le candidature offerte da molte parti, ma ci candidiamo, insieme, subito dopo le elezioni, a dare il nostro contributo per realizzare un progetto compiutamente riformista ed ecologista, realmente democratico e di Sinistra perché radicato nei territori e sull’esercizio della sovranità popolare, fedele alla Costituzione e in prima linea contro le inaccettabili diseguaglianze del nostro tempo, per la giustizia sociale, climatica, territoriale, di genere e intergenerazionale. In tanti ci lavoriamo da troppo tempo: non voteremo mai più chi sistematicamente cerca di bruciarne i semi.

Non solo, stiamo lavorando a una proposta di legge elettorale di iniziativa popolare, sul modello proporzionale, che garantisca ai cittadini sia il pieno esercizio di un voto libero, uguale e diretto, secondo Costituzione, sia la piena partecipazione alla scelta dei candidati che dovranno rappresentarli.

Continueremo, inoltre, anche la nostra battaglia giudiziaria contro la legge elettorale vigente che portiamo avanti da anni insieme all’avv. Felice Besostri e alla rete degli avvocati che hanno difeso le ragioni di tante/i cittadini davanti alla Corte costituzionale.

https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02Ctnjb8XTFzC8oQE4ShKrckArWp5vsBMjvY1wDmTsfSby8Gj5BvbP3TZRQ5t7c57Xl&id=100069357663138

Anche per questo vi invitiamo a presentare, in sede di voto il vostro “RECLAMO CONTRO LA LEGGE ELETTORALE DEI NOMINATI”, al Segretario di seggio secondo le modalità indicate ai seguenti link:

https://www.felicebesostri.it/wp-content/uploads/2022/09/Istruzioni-Reclamo.pdf

https://www.felicebesostri.it/wp-content/uploads/2022/09/App-reclamoElezioni2022.pdf

Ancora una volta, è una battaglia per la democrazia, per la piena conquista dei nostri diritti, sociali, civili e politici, per definitiva affermazione di una società più giusta e più uguale.

Ci siamo. Ci saremo sempre.

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