Il Primo Maggio della Uil
5 min di letturaUil Calabria: “La Calabria può darsi un’altra opportunità di salvezza. La classe politica calabrese deve prestare la massima attenzione ai disagi del territorio”.
di Valeria Folino
Nel giorno della Festa dei Lavoratori, queste le parole del Segretario generale della Uil Calabria Santo Biondo: “La ripartenza della Calabria sarà possibile a condizione che la classe dirigente locale metta testa e cuore sui problemi e sulle opportunità del territorio.
Non potrà che essere questo il filo conduttore del Primo Maggio per la nostra regione. A settanta anni dalla strage di Portella della Ginestra, che con il sangue dei braccianti siciliani, ha tracciato un solco indelebile nelle lotte per la libertà, la Calabria può darsi un’altra opportunità di salvezza.
In questa terra, afflitta da innumerevoli problemi, schiacciata da una crisi senza precedenti, con un tasso di disoccupazione giovanile che sfiora il 60%, vogliamo mettere in evidenza un segnale di speranza. Una traccia di discontinuità rispetto al passato.
L’Europa è pronta, ancora una volta, ad investire sul Mezzogiorno e sulla Calabria in particolare. Per questa regione, ancora dentro l’Obiettivo 1, sono pronti oltre 5 miliardi di euro in investimenti pubblici e rientranti nel Patto per la Calabria. Oltre la metà di questi fondi sono stati elargiti dall’Unione europea a questa regione attraverso il finanziamento di Por, Pac, Apq, Fsc e Pon.
Questi fondi intrecceranno tutti quei settori produttivi, quale l’agroalimentare ed il turismo solo per citarne alcuni, sui quali si può basare il possibile sviluppo della Calabria.
Gli strumenti per una ripartenza concreta, moderna ed efficace ci sono tutti. La medicina per sanare i tanti problemi ancora aperti sul territorio esiste. Ora tocca alla politica saperli applicare in maniera corretta, chiudere con le prassi del passato e trasformare questi ingenti finanziamenti in progetti concreti, in opere pubbliche che siano in grado di migliorare la qualità della vita dei calabresi.
La classe politica calabrese deve prestare la massima attenzione ai disagi del territorio e, soprattutto, deve mettere in campo la massima intransigenza nei confronti del Governo sulla gestione dei punti di crisi esistenti sul territorio come quelli rappresentanti dallo sviluppo monco del porto di Gioia Tauro, dai ritardi del nodo trasporti o della vertenza infinita dei lavoratori precari.
In questo l’amministrazione regionale, che ancora oggi non riesce ad affrontare e risolvere le tante emergenze aperte, deve cambiare marcia. Ma anche l’opposizione deve essere chiamata ad un’azione politica più responsabile perché, davanti allo stagno nel quale annaspa il nostro territorio, non si può più pensare di lavorare solo per vincere la prossima campagna elettorale ma si devono profondere gli sforzi massimi per portare alla vittoria l’intera Calabria.
Certo, gli indicatori socio-economici sulla Calabria sono ancora, purtroppo, negativi. Questo è innegabile. I politici e gli amministratori locali, lo ribadiamo anche quest’anno, hanno nelle loro mani il destino di intere generazioni, di migliaia di “neet” che non hanno trovato nel piano “Garanzia giovani” la soddisfazione delle loro aspettative, di uomini e donne messi ai margini del mercato del lavoro da una crisi senza precedenti.
Le statistiche sull’uso della Cassa integrazione riferite alla regione Calabria mettono in evidenza che, ancora oggi, sono troppe le crisi aziendali ancora irrisolte.
Il dato offerto in queste ore dall’Eurostat, che vede la Calabria essere la regione europea con il più alto tasso di disoccupazione giovanile attestatosi al 58,7%, censisce il fallimento delle vecchie politiche per il lavoro e mette nero su bianco la scarsa incisività dei nuovi strumenti messi in campo per porre un argine all’emorragia occupazionale.
Riducendo gli spazi occupazionali per le giovani generazioni, che saranno costrette a fare le valigie per realizzarsi professionalmente, si compie un errore strategico imperdonabile, si preclude il futuro della Calabria.
Al sindacato, invece, compete il compito di verificare costantemente che l’azione messa in atto dalle istituzioni competenti sia indirizzata alla corretta spesa di questi finanziamenti ed alla cesura netta con quelle pratiche del passato che sul territorio hanno lasciato solo i segni del loro scorretto utilizzo.
Il tutto nella consapevolezza che il momento della discussione si è esaurito e che adesso si deve passare alle azioni concrete, si deve dare corso ai progetti finanziati con i fondi nazionali ed europei, si devono dare risposte ai cittadini calabresi.
Se così non fosse, lo diciamo con convinzione già da adesso, alle organizzazioni sindacali non rimarrà altro da fare che ricorrere alla mobilitazione generale.
La Calabria aspetta da troppo tempo politiche serie, progetti finalizzati al rilancio del mondo del lavoro, investimenti reali capaci di generare sviluppo. Oggi, questa attesa potrebbe essere finalmente soddisfatta. Lo sforzo che si deve compiere è quello di mettere a frutto tutte quelle provvidenze, dal Masterplan al Por per passare dal Patto per la Calabria, che sono state programmate e attendono solo la loro trasformazione in opere fattibili e concrete.
I fondi ci sono, sarebbe un vero peccato mortale non saperli spendere, non per il senso esclusivo di farlo, ma per lasciare sul terreno un cambiamento sensibile, per scrivere insieme ai calabresi una pagina tutta nuova per questa regione. Una ripartenza ora può divenire auspicabile, un cambio di passo ora può diventare possibile, per tramutare una speranza in un’azione concreta e rimettere in moto il motore di una regione che nasconde dentro di se enormi potenzialità ancora, purtroppo, inespresse“.
Il Segretario Generale Uil Carmelo Barbagallo, celebra la Festa dei Lavoratori a Portella della Ginestra, la località a pochi chilometri da Palermo, in occasione dei 70 anni dallo storico e tragico eccidio.
“È un primo maggio di impegno e non di festa perché c’è poco da festeggiare – ha commentato Barbagallo – Siamo qui per rivendicare l’opportunità di far riprendere l’economia del Paese mettendo al centro del dialogo l’articolo 1 della Costituzione, cioè che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. E vediamo di non affondarla sul lavoro“.
Alla manifestazione presenti Segretari Generali di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Annamaria Furlan, e la Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi.