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Processo ad ex segretario Vescovo Mileto, non luogo a procedere

2 min di lettura
tribunale vibo valentia

Accusato in origine di tentata estorsione. Reato derubricato

VIBO VALENTIA. Esclusione dell’aggravante mafiosa, reato di tentata estorsione contestato originariamente derubricato in tentato esercizio arbitrario delle proprie ragioni e dichiarazione di non luogo a procedere in relazione a quest’ultima imputazione per sopravvenuta prescrizione.

Questi i termini della sentenza emessa dal Tribunale di Vibo Valentia nei confronti di Graziano Maccarone, di 43 anni, già segretario particolare dell’ex vescovo di Mileto Luigi Renzo.

Un altro sacerdote imputato nel processo, Nicola De Luca, di 42 anni, è stato invece assolto perché il fatto non sussiste.
Sulla vicenda in cui erano coinvolti i due sacerdoti aveva svolto indagini la Squadra mobile di Vibo Valentia.

Dall’attività investigativa era emerso, in particolare, che un imprenditore, Roberto Mazzocca, si era rivolto ai due sacerdoti per ottenere da loro un aiuto economico allo scopo di evitare alla figlia disabile il pignoramento dei beni a causa di un debito contratto con un’altra persona. Maccarone e De Luca, secondo la tesi sostenuta inizialmente dall’accusa, dopo avere consegnato una somma di denaro all’imprenditore, lo avrebbero costretto, con violenza o minaccia, a restituire loro i soldi ricevuti in prestito.

I due sacerdoti avrebbero anche avuto un incontro col padre della ragazza disabile nel corso del quale don Maccarone avrebbe riferito all’imprenditore che il denaro datogli in prestito non era suo ma di alcuni suoi cugini che sarebbero stati in rapporti di vicinanza con la famiglia mafiosa dei Mancuso.

Dall’indagine è emersa inoltre una lunga serie di messaggi telefonici a sfondo sessuale che Maccarone avrebbe inviato alla figlia dell’imprenditore, dalla quale avrebbe ricevuto foto compromettenti e indumenti intimi.

La pubblica accusa aveva chiesto nei confronti di Maccarone la condanna a 7 anni e 6 mesi di reclusione, mentre per De Luca aveva chiesto l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato. (ANSA).

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