Il Prof. Francesco Polopoli Cavaliere al merito della Repubblica italiana
2 min di letturaUnico Professore insignito al merito ed è un nostro lametino: alla cerimonia di consegna delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, nella Sala del tricolore, in Prefettura, erano presenti il Sindaco di Lamezia Terme e una delegazione dell’Ufficio Scolastico Regione Calabria.
Polopoli Francesco: nato nel 1973, ha partecipato a Convegni di italianistica, in qualità di relatore, sia in Europa (Budapest) che in Italia (Cattolica di Milano).
Versatile è la sua formazione socio-culturale: Sostenitore dell’Associazione Italia solidale per le missioni nel mondo, Ex-membro Cultura ed istruzione della provincia bergamasca (in seno alla quale ha lavorato, peraltro, in un progetto di integrazione ed alfabetizzazione per alunni stranieri, poi sfociato nella pubblicazione di un volume disponibile alla consultazione nelle biblioteche di Bergamo: C’era non c’era, tra fiabe ed antifiabe); Curatore della prefazione di Modi di dire lametini di Santo Sesto; Saggista di lavori dialettologici a Bergamo, Montalbano Elicona, e Galati Mamertino; Divulgatore delle lingue classiche con realizzazione di strumenti didattici, tutti censiti in Opac Nazionale; Commissario del Certamen Ovidianum, in occasione del bimillenario di Ovidio; Relatore sull’artista calabrese Francis La Monaca nel Castello di Soncino in collaborazione con L’Unesco di Treviglio. Degni di attenzione sono pure i cortometraggi gioachimiti, diffusi a livello nazionale da Città della Scienza in collaborazione con Rai educational.
Oggi è docente di latino e greco presso il Liceo Classico Francesco Fiorentino di Lamezia Terme, dopo una lunga esperienza liceale a San Giovanni in Fiore, a Terno D’Isola e Romano di L.dia (BG).
Così si è espresso in merito all’onorificenza il nostro professore: «Tra poco sono ufficialmente Cavaliere della Repubblica, proprio così! Immensamente grato, toccato, stupito, felice. Grazie a tutti, sono a corto di parole! Se è vero com’è vero che la gratitudine può trasformare i giorni comuni in ringraziamenti, il lavoro di routine in gioia, le opportunità ordinarie in benedizioni, beh, oggi è la giornata in cui la memoria del cuore declina i più bei sentimenti d’affetto ed amicizia che potessi desiderare. E con la fralezza del pensiero, oltre a chi mi vuole bene, abbraccio tenacemente il futuro prossimo che sta di fronte a me: i miei studenti, i giovanissimi con cui scendo in campo quotidianamente, fiori dell’avvenire, speranza di frutto maturo».