Progetto Gedeone, arriva la replica alla Belvedere
3 min di letturaIl Progetto Gedeone replica alla dirigente Belvedere per la questione legata al Festival delle erranze e della filoxenia
“Excusatio non petita, accusatio manifesta”
Non cadiamo nel tranello: facciamo “caciara”!
Ci piacerebbedire, e per noi sarebbe gioco facile, che l’ufficio cultura, viste le prime tappe del “Festival delle erranze e della filoxenia”, ha compreso che non si trattava del Festival di Sanremo, pertanto non necessitava, neanche a Lamezia, di grandi strutture, grosse spese, né di palchi e nemmeno di impianti di amplificazione.
Basti chiedere alla Digos di Lamezia Terme che tipo di valutazione è stata fatta in merito o ripercorrere tutte le tappe della nostra richiesta per l’uso dell’Abbazia Benedettina di Sant’Eufemia: tutto quello che abbiamo fatto è documentato e scritto nero su bianco, ma solo il 27 giugno 2018, dopo aver presentato il “Safety e il Security” e aver varcato innumerevoli volte le porte dell’ufficio cultura, abbiamo appreso che mancava qualcosa: andava presentato una domandina ma nessun modello da compilare o faxsimile ci è mai stato proposto, né prima, né dopo.
Perciò “excusatio non petita, accusatio manifesta”.
I problemi li conosciamo tutti.
Il Progetto Gedeone è impegnato per trovare soluzioni ai problemi legati all’inclusione sociale anche attraverso la valorizzazione dei beni culturali della nostra città, come già espressoin una nostra manifestazione d’interesse di “economia civile”, comprendente anche la tappa lametina del Festival, sollecitata il 6 marzo 2018 alla Dottoressa Belvedere, riproposta al tavolo di partenariato per la redazione del Programma Agenda Urbana del Comune di Lamezia del 9 marzo, nell’ambito della gestione dei beni comuni.
A fine marzo in un piacevolissimo colloquio annunciavamo anche al prefetto Alecci la tappa lametina del“Festival delle erranze e della filoxenia”, proposta apprezzata da subito dal Commissario.
In questa sede abbiamo, inoltre, avanzato una proposta di regolamento per la gestione dei beni comuni sul modello nazionale del “LABORATORIO PER LA SUSSIDIARIETÀ”, già adottato in alcune città calabresi come Palmi.
Invitiamo pertanto la Dott.ssa Belvedere a indire confronto pubblico al fine di avviare una reale e “leale collaborazione”, all’interno della quale decidere se sia opportuno o meno continuare a discutere delle nostre mancanze, dell’avventatezza e dell’“incompetenza” relativa all’organizzazione della tappa del Festival a Lamezia e degli altri eventi saltati negli ultimi mesi nella nostra città; o se sia finalmente possibile aprire un vero dialogo tra Comune e associazioni, per confrontarci su possibili rapide soluzioni relative ai nostri beni culturali attualmente inaccessibili.
Simbolicamente alleghiamo una foto del punto del vecchio mulino di via Soccorso, nel quartiere San Teodoro, inaugurato nel 2011: doveva diventare l’infopoint turistico di Lamezia Terme, oggi è lo specchio di quella che è la situazione di tutti i nostri beni culturali: chiusi e in stato di abbandono.