Purmìnti allu certu e manca allu sicùru
2 min di letturaLetteralmente è «promette di certo e manca di sicuro»: immediato è il retaggio classico di riferimento
Basti pensare a «maria montesque polliceri» («promettere mari e monti»), e a «largissimi promissores vanissimi exhibitores» (chi promette molto mantiene poco»), scomodando pure il verso oraziano «multa fidem promissa levant» («le molte promesse tolgono la fede»).
Sappiamo addirittura qualche nome del periodo antico avvezzo a questo controproducente modo di fare: lo scrittore Sallustio (In Catil. 23) parla espressamente degli impegni disattesi di Quinto Curio nei confronti di Fulvia, per fare un esempio immediato. Certo la casistica è assai lunga fino ai giorni nostri: se dovessimo compilare un elenco ne verrebbe fuori un’Enciclopedia, chi potrebbe dire il contrario?
Curiosa è la fortuna paneuropea a livello paremiologico: fr. «promettre monts et merveilles», angl. «to promise the earth», angl. amér. «to promise the moon», esp. «prometer el oro y el moro», cat. «prometre la lluna en cove», néerl. «gouden bergen beloven».
Comunque, quando rivolgiamo ad una persona questa espressione intendiamo, generalmente, che si sta impegnando per qualcosa che è al di sopra delle proprie possibilità: il detto, pertanto, è uno sprone ad evitare le esagerazioni, soprattutto per evitare figure barbine.
Se è vero che «i proverbi costituiscono il monumento parlato del genere umano» (Benedetto Croce), tesaurizziamo, allora, quest’inciso come punto di riferimento per un più corretto comportamento.
«E, i proverbi, signor Conte, sono la sapienza del genere umano».
Parola di Alessandro Manzoni (I Promessi sposi, Cap. V)…
Prof. Francesco Polopoli