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I racconti di Fumina e Svelto: alla scoperta della fattoria urbana

3 min di lettura

Questa ve la voglio proprio raccontare! Tempo fa, quasi “c’era una volta”, Svelto ed io siamo andati in visita in una fattoria: una giornata fantastica; c’era così tanto da osservare che il tempo è volato

La fattoria si è presentata ai nostri occhi in un’immensità verde, con qualche pennellata di colori grazie ai frutti e ai fiori sparsi ovunque; era recintata da staccionate in legno dipinte di tante varietà di fiori colorati, mentre l’ingresso si distingueva per una gigantesca insegna in legno, su cui era inciso: ”BENVENUTI ALLA FATTORIA IA IA OH!”

Per prima cosa abbiamo visitato la zona in cui sono sistemati gli animali: mucche, maiali, pecore. Mentre vicino ai cavalli si notava un asinello che non si voleva assolutamente muovere: puntava i piedi, cioè le zampe, e nessuno riusciva a spostarlo di un centimetro. È bastato l’arrivo di una piccola ape per vederlo sfrecciare via.

Poi ci hanno tagliato la strada, in fila indiana, delle papere, così le abbiamo seguite sino al lago: poi si sono “sedute” sull’acqua e si sono allontanate, mentre noi ci siamo seduti sul prato per osservarle ancora un po’.

Il suono di un campanaccio ci ha richiamati all’attenzione: era il momento di preparare il pasto. Ognuno degli ospiti aveva un compito diverso: chi ha raccolto frutta e verdura, chi ha impastato pane e pasta e chi ha affettato i formaggi.

Švèlto per aiutare si è riempito di farina: sembrava il fantasma dalle orecchie lunghe; per ripulirsi si è alzato in volo e ha fatto volare tutta la farina su di me!

Concluso il pasto ci hanno raccontato di fattorie diverse da quelle che siamo soliti conoscere, si tratta delle Fattorie Urbane.

Non potete immaginare dove sono situate queste fattorie: su tetti e terrazzi di città. Strano raggiungere una fattoria in ascensore, non vi pare?

Eppure oltre a coltivare ortaggi si allevano galline e, in alcuni casi, anche altri animali. Ma questa tipologia di fattoria sta diventando anche un valido progetto, oltre che sociale, ecosostenibile.

L’agricoltura urbana, se ben progettata, permette di riciclare acque piovane, usare gli scarti vegetali riciclandoli come fertilizzanti e naturalmente, restituire verde ed ossigeno alle città. Tutto ciò non può che regalarci gioia e colore.

Adesso vi saluto, perché, dopo quell’esperienza, ho creato anch’io il mio mini orto sul balcone, ed è arrivato il momento di raccogliere le prime fragole che sono pronte, piacciono molto anche a Švèlto.

Fumìna ora vi saluta e in attesa del nostro prossimo incontro, vi augura una buona giornata!

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