Radici e fiori. Sotto la lente
2 min di letturaSuonava il violino, nonostante ci fosse la guerra, e la musica faceva parte di lei. Amava i gatti e aveva la passione nel disegnarli ovunque
Adorava farsi ritrarre nella sua elegante estrosità come nella semplicità delle gite in riva al mare, era ricca di invettiva nei travestimenti.
Aveva mani d’oro nel fare, sia che usasse l’ago che il mestolo che la matita. Portava con se un barboncino e senza cuori puri accanto non sapeva stare.
Tutti raccontano che era bellissima, “dentro a li occhi suoi ardeva un riso / tal, ch’io pensai co’ miei toccar lo fondo / de la mia gloria e del mio paradiso” avrebbe scritto Dante dei suoi occhi verdi, che non ho mai incontrato.
Così, dalle parole altrui, è cresciuta in me l’immagine di lei, mia nonna, Lina.
Come scriveva Ettore Mazzuchelli, ne il Manuale di massime, sentenze e pensieri sopra diverse materie, nel 1769, “si vedono i rami, ma non si vede la radice, eppure la radice produce i rami.”
Cercando somiglianze, alla ricerca di quei dettagli d’appartenenza oggi sono il fiore di quella pianta che ha radici in lei.
Mara Larussa