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L’artista lametino Raffaele Mazza premiato alla terza edizione di Arte Salerno

4 min di lettura
raffaele mazza arte salerno 2018

In questo meraviglioso viaggio metamorfico, la conduttrice Rai Veronica Maya, madrina della manifestazione, insieme agli organizzatori Veronica Nicoli e Armando Principe hanno dato il via alla terza edizione di Arte Salerno conclusasi al Teatro Augusteo di Salerno

Quest’anno la commissione si è avvalsa di autorevoli esperti del panorama artistico internazionale come Armando Principe (Presidente Prince Group Foundation); Veronica Nicoli (Curatrice ed organizzatrice di eventi); Luca Cantore D’Amore (Critico d’arte); Jean Blanchaert (gallerista e critico d’arte); Rosario Sprovieri (Curatore e direttore Mibact); Vart Mesrobian (artista e docente a Yerevan in Armenia); Roger De Tanios (Global Artist in Libano); Bruno Perpetuo (Art director di ArtYouReady Niteroi in Brasile); Gonzalo Madeira (Direttore artistico dell’Atelier Natàlia Gromicho a Lisbona Spagna); Giovanni Sciola (Direttore dell’Istituto di Cultura Italiano a Praga Repubblica Ceca); Marco Brunella (Coordinatore del progetto “Italian Art Tour Abu Dhabi – Emirati Arabi”); Serena Bucalo (Fondazione Giacometti di Parigi Francia) ed il docente universitario Marco Galdi (Presidente della Società Filellenica Italiana).

La manifestazione è organizzata da “Artetra Art Associates”, presieduta da Veronica Nicoli, con il supporto di Prince Group presieduto da Armando Principe ed in collaborazione con il Comune di Salerno ed il Comune di Atrani.

L‘iniziativa gode, inoltre, del patrocinio della Regione Campania, dell’Accademia delle Belle Arti dell’Armenia e del Ministero dei Beni Culturali Armeno.

Centocinquanta gli artisti selezionati dalla commissione internazionale su oltre duemila candidature. Nove le sezioni in concorso: pittura, disegno, scultura e installazione, arte fotografica, arte ceramica, video arte e cortometraggio, performance art, arte virtuale grafica digitale.

Figlio Mio -RAFFAELE MAZZA ARTIST. © tutti i diritti riservati.
L’opera di Raffaele Mazza Figlio Mio

Raffaele Mazza è stato scelto con due opere: “Figlio Mio”, un’opera che lo scorso ottobre a Arte Milano – The Factory ha meritato il premio della Critica ottenendo un particolare plauso da parte di due autorevoli Critici d’arte il Prof. Philippe Daverio e il Prof. Luca Cantore D’Amore.

La seconda opera, per la prima volta presentata in pubblico è stata “Adema” – La creazione di Eva. Mazza è stato ammesso con la seguente motivazione: “La sua presenza alla Terza Edizione del Premio Internazionale Arte Salerno 2018 è prova dell’indiscusso valore artistico a lei attribuito da parte del Comitato di Selezione Internazionale.

Le opere selezionate per l’esposizione di Salerno, denotano la caratteristica per eccellenza che si richiede in quest’occasione: l’Arte della Metamorfosi che si identifica nella trasformazione del pensiero. Il pensiero che crea e trasforma è arte! A lei il compito di abbellire il mondo”.

Al centro della terza edizione di “Arte Salerno 2018″, è stato il tema della metamorfosi, caro all’artista olandese Maurits Cornelis Escher, che amò tanto l’Italia e la Costiera amalfitana in particolare, tanto da inserire in “Metamorphosis”, uno dei suoi capolavori più conosciuti ed apprezzati, l’immagine del Duomo di Atrani, unica figura reale incastonata in una sequenza geometrica.

Con l’opera “Adema” Mazza ha creato una rappresentazione nuova, dando vita a simbolismi precisi. L’opera si compone in due parti: L’occhio di Dio e la creazione di Eva.

L’occhio divino, racchiuso nel triangolo simboleggia la perfezione a preciso riferimento al Mistero della Trinità, arricchito con “sopracciglia realistiche” in relazione all’eternità, Lo Zircone al posto della pupilla, simboleggia la “Luce” di Dio che tutto vede, l’onnipotenza e l’onniscienza, il tutto contornato con raggi d’orati e brillantanti a forma elicoidale che richiamano la struttura del Dna umano e quindi la sua creazione.

Adema
Adema

La scelta dell’argilla per la realizzazione di Adamo e Eva, richiama quanto riportato nella Genesi, in particolare nel brano 2,7-22, dove viene narrato come Dio creò l’uomo, ossia con polvere del suolo e soffiando nelle sue narici donò, un alito di vita e l’uomo divenne anima vivente. Mazza ha immaginato la creazione di Eva con riferimenti al racconto biblico ma con una chiave di lettura nuova. Adamo, si trova in una posizione d’invocazione, in una fase mistica nel dialogo con l’Onnipotente, proprio nell’istante in cui Dio ordina alla materia, data dalla costola di Adamo, di trasformarsi, sviluppando una “metamorfosi”, forgiando un nuovo corpo uguale ma diverso. La costola, che avvolge Eva man mano che si plasma richiama al peccato, insidioso e occulto tipico del suo “essere”. Da ciò la volontà di raffigurarla come un serpente che nasce da Adamo e che termina nella fase ultima nella creazione del cranio e del cervello di Eva, quindi nel mistero del disegno divino che si sta per compiere. Si evidenzia oltre alla “grazia” anche il “peccato”. La grazia è data dal dono della vita e colma la solitudine di Adamo nell’Eden. Il peccato è ritratto da due “prospettive” diverse: esso si annida in Eva sin dalla sua nascita, ma deriva dalla materia stessa di cui è formato, ossia dalla costola di Adamo. Esso esprime quindi la fragilità della carne e la debolezza del genere umano sin dalle sue origini.

Raffaele Mazza ha ottenuto un “Attestato di Merito” a firma di tutta la commissione internazionale con la seguente motivazione: “Ammirando le sue opere crediamo, a giusta ragione, di trovarci di fronte ad un’artista del Rinascimento. Al Ghiberti della Porta del Paradiso. Anche la sua personale interpretazione delle Sacre Scritture riecheggia quel mondo colto e raffinato. Rigoroso quanto poetico”.

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