L’artista Raffaele Mazza convocato ai Mondiali dell’Arte in Russia
4 min di letturaGrandissima emozione per l’artista lametino Raffaele Mazza, in un momento particolarmente positivo per la sua arte, dove gli eventi che lo riguardano si “accavallano” senza sosta nel panorama artistico internazionale.
LAMEZIA. L’artista lametino Raffaele Mazza non ha il tempo di metabolizzare l’entusiasmo di esser stato recensito su due importanti riviste d’arte, che viene convocato ai Mondiali dell’Arte in Russia.
A fine maggio appunto, gli vengono dedicate due pagine sul “numero speciale” di Effetto Arte Collection – Artisti da Collezione, diretto da Paolo Levi.
Marco Rebuzzi, Conservatore del Museo Diocesano “Francesco Gonzaga” di Mantova, che ha curato il testo critico, si è congratulato per l’elevato spessore artistico riscontrato nell’esamina dell’operato di Mazza.
Certificando altresì l’impegno creativo, a dimostrazione di una concreta manifestazione dell’anima. Effetto Arte è un periodico che non nasconde le sue scelte di campo. Per questo motivo privilegia degli artisti contemporanei i mezzi espressivi di tradizione, dove i contenuti non possono essere disgiunti dalla qualità.
In uno stralcio della nota critica è sottolineato come le opere di Mazza siano ispirate da un’autentica vocazione alla trascendenza, da un anelito che traduce in esperienza visiva l’amore di un Dio infinitamente grande, che guida l’uomo sulla via della salvezza.
Degno di nota inoltre, è sicuramente il privilegio di essere stato presentato nel lancio del primo numero di IconArt Magazine.
Una rivista d’informazione artistico-culturale, sia on line che cartacea, della Prince Editor, segmento editoriale partner della Prince Group srl, società di servizi operante nell’ambito dell’arte a 360 gradi; che si distingue nel vasto panorama dei magazine di settore per la duplice valenza: d’intrattenimento e divulgazione – raggiungendo decine di migliaia di utenti tra artisti, collezionisti, mercanti d’arte e galleristi nella sua versione on line – e di promozione per gli artisti e consultazione dell’indice delle quotazioni ufficiali – raggiungendo oltre 25.000 collezionisti che operano nel mondo dell’arte nella sua versione cartacea.
Ma la notizia ancor più di rilievo è sicuramente la trasferta che lo vedrà protagonista in Russia, in contemporanea con i mondiali di calcio.
Un po’ di Italia volerà perciò nello Stato dei grandi Zar e, in particolare, il 10 giugno si inaugureranno i Mondiali dell’Arte a San Pietroburgo, al The Official Hermitage Hotel (Pravda 10, San Pietroburgo). Il 13 invece sarà la volta della capitale, Mosca, all’Hotel Novotel (Novoslobodskaya St. 23, Mosca).
L’evento ideato e organizzato dal manager Salvo Nugnes, con il contributo di Vittorio Sgarbi, si propone come un trampolino di lancio per l’arte, italiana e non, in Russia.
Terra che apprezza particolarmente la bellezza, è stata la culla di molti interessanti movimenti artistico -culturali del Novecento, come le avanguardie, e di alcuni degli artisti più influenti, come Kandinskij o Suskov.
A contribuire all’esposizione, oltre a Vittorio Sgarbi, compaiono anche i nomi di José Dalì, del fotografo di fama internazionale Roberto Villa, amico di Pier Paolo Pasolini e Dario Fo e dl direttore del Museo Modigliani Alberto d’Atanasio.
Salvo Nugnes dichiara, paragonando in termini scherzosi: “I Mondiali dell’Arte sono un progetto ambizioso. Portare una squadra di artisti in trasferta durante una simile manifestazione calcistica mi riempie d’orgoglio e mi fa sperare. L’arte deve sempre rimanere nel cuore di tutti, diventare uno ‘sport’ sentito e vissuto a livello nazionale e internazionale, perché niente più di un’opera riesce a emozionare e a comunicare, nonostante le culture siano già in partenza così diverse. E ciò è possibile poiché l’arte è un linguaggio universale, vincente in partenza”.
Mazza è stato scelto con l’opera “Faraone” che sarà inserita nel catalogo ufficiale dell’evento.
Nella dichiarazione critica a lui dedicata vengono sottolineati i caratteri della sua arte e la motivazione che lo porteranno prima a San Pietroburgo e poi a Mosca ossia: “Non poteva che dominare lo sfarzo in un’opera che s’intitola Faraone. Maestro abile nell’utilizzare a proprio piacere e secondo la propria inventiva pietre cristalli, Raffaele Mazza lascia in una splendida cornice l’effige, appunto di un faraone. Il profilo e le venature della pietra connotato il carattere del sovrano, richiamando epoche cui la modernità ci ha sottratto. Come ci ha sottratto alla grandiosità con cui i regnanti venivano idolatrati. Ma qui non c’è ombra di venerazione, l’unico modello a cui chinare il capo è la bellezza stessa”.
Redazione