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Raffaele Mazza restaura e realizza la nuova porta del tabernacolo dell’altare della Chiesa del Crocifisso

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Raffaele Mazza restaura e realizza la nuova porta del tabernacolo dell’altare della Chiesa del Crocifisso

L’artista lametino riceve inoltre un attestato di apprezzamento dall’IHRC (International Human Rights Commission)

Sabato 19 marzo 2022 è stata presentata alla comunità l’opera di restauro dei componenti dell’altare e il nuovo tabernacolo della chiesa del Crocifisso, ad opera di Raffaele Mazza.

L’opera di risanamento nasce su invito di Don Antonio Brando, in considerazione della particolare condizione in cui versava l’intero complesso.

Prima della Celebrazione Liturgica Don Antonio si è rivolto ai fedeli presenti, spiegando appunto come il tabernacolo è la dimora dove viene custodita l’Eucaristia, il Dono più grande.

Non è a caso questo momento stasera sottolinea Don Antonio, la terza domenica di Quaresima che celebriamo domani ha una bella coincidenza, facendo riferimento alla facciata della chiesa, ha fatto notare la presenza di due targhe in marmo, dove in quella di sinistra è riportato un inno eucaristico di San Tommaso d’Aquino, mentre nella targa di destra è inciso testualmente: <>.

Era infatti la terza domenica di Quaresima del 1967 esattamente 55 anni fa. Bella coincidenza! sottolinea ancor più Don Antonio.
Successivamente ha ringraziato Mazza per la sua opera invitandolo sull’altare per raccontare le fasi della realizzazione e simbolismi adottati.

Mazza dopo aver a sua volta ringraziato Don Antonio, ha evidenziando come una volta ispezionato nel particolare l’intero complesso, si è trovato difronte ad una situazione inverosimile, data dall’umidità persistente e dall’avanzato stato di degrado in cui versava il tabernacolo unitamente all’intera struttura portante esterna ed interna dello stesso.

Sono stati rinvenuti la presenza di calcinacci, pietre, pezzi di mattoni, ecc. che erano interposti a sostegno del tabernacolo, le modanature marmoree ornamentali erano vincolate precariamente da silicone misto a stucco per muro, l’aspetto strutturale e visivo, era condizionato dai più disparati ed incontrollati interventi di manutenzione, che si sono succeduti nel corso di tanti anni e che hanno alterato ancor più irreversibilmente l’aspetto originale.

Pertanto, dapprima si è riportato allo stato originale lo stampo raffigurante il “Gesù Buon Pastore”, eliminando smalti e vernici stratificati nel tempo, riportando alla luce dei particolari prima ignoti.

Il telaio della porta del tabernacolo è stato recuperato rinforzato e riverniciato a colore oro brillante.

La basetta del microfono è stata sostituita con un sostegno in marmo di carrara, la coppia di angioletti unitamente alle modanature e al leggio dell’altare, sono stati lucidati e ripuliti da ogni forma di vernici e incrostazione sedimentata nel tempo.

L’interno del tabernacolo è stato consolidato ed impreziosito da un panno glitterato dorato, mentre la porta in relazione alla sua assoluta irrecuperabilità è stata completamente sostituita e rivisitata con le seguenti caratteristiche:

“Sullo sfondo della porta è stato realizzato un effetto 3D che simula la luce che sgorga da Gesù, la sua sagoma è stata impreziosita ancor più da 33 raggi dorati, chiaro riferimento agli anni di Gesù sulla terra, che scaturiscono glitterati rosso rubino a simboleggiare il sangue versato per la salvezza dell’umanità, proseguendo all’infinito ad effetto glitterato dorato, a rappresentare la luce di Cristo la Divina Energia che dà vita e luce a tutte le cose e prepara a ricevere lo Spirito Santo.

L’interno della porta è stato trattato con diverse tonalità di colore oro, segno della Gloria e dell’azione di Dio, al centro è stata applicata la riproduzione del pane con inciso “IHS”, Jesus Hominum Salvator (Gesù redentore degli uomini), in riferimento al pane spezzato nell’ultima cena, ornato da 12 raggi elicoidali che si sprigionano a 360 gradi, a rappresentare gli Apostoli nell’ultimo pasto insieme a Gesù e nella loro missione di diffondere la Sua Parola a tutte le nazioni del mondo.

Le 12 fiamme rosse inserite tra i raggi elicoidali, manifestano l’effusione dello Spirito Santo che hanno ricevuto gli Apostoli nel giorno di Pentecoste chiaro rimando all’evangelizzazione”.

Raffaele Mazza restaura e realizza la nuova porta del tabernacolo dell’altare della Chiesa del Crocifisso

Mazza inoltre ha ricevuto dall’IHRC (International Human Rights Commission) su proposta del Coordinatore Nazionale per la Repubblica Italiana il Cav Sicurelli, un “Certificato di Apprezzamento”, un riconoscimento, molto importante, assegnato per l’impegno di solidarietà, che nel particolare periodo di pandemia ha svolto con passione e con elevato senso civico a favore della comunità ecclesiastica, e in particolar modo nei confronti di Sua Santità, Papa Francesco.

La IHRC ha voluto dare un modesto segnale di gratificazione a Mazza, semplice nella forma, ma profondo nel contenuto, che viene assegnato a quelle Istituzioni, Persone, Enti e Organizzazioni che, con iniziative derivanti dal loro ruolo istituzionale e/o nello svolgimento della propria attività professionale e/o sociale, hanno dimostrato grande senso di responsabilità e si sono seriamente impegnati per contenere la diffusione del Covid-19 e le criticità da esso derivanti.

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