Rapani (FdI): ecco le nostre idee sul ciclo dei rifiuti in Calabria
5 min di letturaIl dirigente del partito risponde all’appello del sindaco di Corigliano Rossano
Comunicato Stampa
«Nei giorni scorsi il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, ha posto tutta una serie di interrogativi, sulla questione rifiuti, ai candidati al Consiglio regionale. Ringraziando, quindi, il primo cittadino per l’occasione, ci permettiamo di sottoporgli le idee riportate nel nostro programma elettorale».
È quanto dichiara il dirigente nazionale di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani, rispondendo all’appello lanciato da Flavio Stasi.
«Il sindaco aveva fatto chiesto ai candidati, “al posto di parlare di questioni che non c’entrano nulla con le competenze regionali per raccattare qualche voto in più e farsi applaudire”, di assumere “impegni, per esempio, su come riformare un settore totalmente nel caos. Cosa intendete fare con gli ATO? Come intendete colmare l’assenza di impianti? Che genere di politica si vuole attuare: impianti piccoli o mega impianti? pubblici o privati? Come intendete agevolare la raccolta differenziata?”. Ebbene, di seguito alleghiamo una lettera aperta già protocollata al comune di Corigliano Rossano, cosicché non solo il sindaco, ma anche i coriglianorossanesi e i calabresi tutti, possano farse un’idea sulle nostre proposte e sul nostro impegno. Ringraziamo nuovamente Flavio Stasi per aver fornito l’opportunità di parlare di programmi, concreti, come tutti i giorni stiamo facendo nel nostro tour elettorale».
Signor Sindaco,
nel rispondere positivamente alla sua sollecitazione di proposta sulla “questione rifiuti”, confermo quanto già enunciato nel programma all’attenzione degli elettori, legato alla mia candidatura al consiglio regionale della Calabria e le confermo la piena disponibilità a creare le migliori condizioni affinché si pervenga ad una soluzione strutturale del ciclo dei rifiuti in Calabria, secondo le pratiche dell’economia circolare e attraverso un “cronoprogramma” di tempi certi e modalità di attuazione.
Queste le scadenze: A) subito il varo di un provvedimento (un emendamento alla Legge Regionale 25 gennaio 2019, n. 5 “Disposizioni transitorie per la gestione del servizio di trattamento dei rifiuti urbani”), che sposti la scadenza al 31 dicembre 2019 della delega dei Comuni alla Regione per la gestione degli impianti di conferimento. Il tempo necessario a rivedere la normativa della legge regionale, con particolare riferimento alle funzioni assegnate agli organismi di gestione, (come specificato ai punti B e C), provvedendo, nel contempo, ad una ricognizione sullo “stato” degli impegni onerosi dei Comuni nei confronti della regione; tale ricognizione deve riguardare anche quanto realizzato ed i relativi impegni di spesa a valere sui fondi POR 2014-2020 (Euro 114.388.019,00), a favore della raccolta differenziata, con l’obiettivo di arrivare al 65% alla fine del 2020, nonché dell’entrata in funzione di 9 impianti pubblici di trattamento anch’essi da realizzare alla fine del 2020. I risultati oggettivi di tale ricognizione serviranno a meglio “calibrare” le voci di investimento, da programmare nel bilancio previsionale (che dovrà essere approntato entro il prossimo 20 aprile) e che sono finalizzate alla differenziata e all’ammodernamento tecnologico degli impianti pubblici per la “valorizzazione” del conferimento. In quest’ambito, l’impegno a portare avanti la posizione concorde emersa nella “Conferenza Stato-Regioni”, di chiedere al governo e al Parlamento di riformare il testo unico sull’Ambiente nella parte riguardante il riciclo dei rifiuti cosiddetti “End of Waste”, tipologia di scarti che poi diventano prodotti. Alle regioni va riassegnata la delega di concedere le autorizzazioni alle aziende che svolgono questa attività “caso per caso”.
- B) Il modello previsto dall’attuale Legge Regionale (11 agosto 2014, n. 14 “Riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria”) considera i rifiuti solo come “costo” e non come “ritorno di benefici” per i cittadini e le economia locali; esso, pur prevedendo “attività di riutilizzo e recupero”, comporta alcune criticità: 1) conferimento dei rifiuti in “ambito ARO ed ATO” con conseguente aumento dei costi di logistica e trasporto; 2) i benefici economici originati dal trattamento virtuoso dei rifiuti non hanno alcuna “ricaduta” sui territori da dove provengono. Tali criticità possono essere superate soltanto con una piena e completa realizzazione del ciclo di economia circolare. Di qui la necessità di rendere strategica la funzione degli ‘’ARO’’ come organi di pianificazione territoriale, affinché diventino strutture autonome e organizzate per gestire in maniera manageriale i costi/ricavi del “prodotto” rifiuti. Gli “ARO” così finalizzati attuano il ciclo completo dell’economia circolare poiché lo stesso territorio che produce rifiuti li trasforma in risorse. I rifiuti che non diventino risorse per il territorio “ARO”, ad esempio i “RAEE”, generano un nuovo ciclo di economia circolare a favore delle ATO. Negli “ARO” o nelle aree urbane che hanno condizioni ottimali (popolazione, presenza di discariche, soggetti economici del settore, ecc.) si approntano, sulla base del “procedimento operativo” sopra indicato, i progetti-pilota.
- C) Il trattamento virtuoso del ciclo dei rifiuti si attua ulteriormente attraverso la pianificazione del trattamento delle attuali discariche (attive, chiuse o dismesse), nell’ottica di renderle produttive e inquinanti; esse, infatti, producono biogas originato dalla decomposizione dei rifiuti accumulati, contribuendo in modo massiccio alla produzione di gas serra. Sarebbe opportuno prevedere la captazione dei biogas prodotti per l’alimentazione di cogeneratori per la produzione di energia elettrica con il duplice risultato di ridurre l’emissione dei gas serra e al tempo stesso di averne ricavi economici a beneficio delle attività produttive del contesto territoriale nel quale ricade la discarica e/o dei cittadini. Altra applicazione del modello economico-gestionale potrebbe essere rappresentato dall’insediamento di impianti di trattamento dei rifiuti come, digestori anaerobici, impianti di separazione automatica dei rifiuti, piattaforme per l’accumulo dei prodotti differenziati, fino al raggiungimento di quantità di conferimento economicamente vantaggiose.
Nell’auspicare la condivisione di quanto esposto anche in considerazione del suo ruolo che può svolgere nella futura prossima “governance” del sistema rifiuti, spero che l’oggetto di questa missiva sia resa nota attraverso i canali di comunicazione utilizzati per veicolare il suo ‘’appello’’ che ho subito accolto.
Ernesto Rapani