Rapporto #Agromafie2017, la disamina di Nicodemo Oliverio (Pd)
2 min di lettura“È ora di introdurre il divieto di vendite sottocosto che mascherano sovente produzioni scadenti e meccanismi di commercializzazione illegali”
“Il volume d’affari complessivo annuale delle agromafie ha avuto un balzo del 30% nell’ultimo anno (più 21,8 miliardi di euro); le province italiane più colpite dall’agromafia sono anche nel Nord, Genova e Verona, rispettivamente al secondo e al terzo posto, dopo Reggio Calabria; il Sud, comunque, resta ancora protagonista, con province in Calabria, Sicilia, Campania e Puglia. Quasi un prodotto agroalimentare su cinque proveniente dall’estero non rispetta le normative in materia di tutela dei lavoratori vigenti in Italia”. Così Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in commissione Agricoltura.
“Sono questi i tre passaggi fondamentali del Rapporto #Agromafie2017 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, che rilevano come l’agricoltura paghi ancora in parte un prezzo elevato alla criminalità in termini di sottrazione reale di ricchezza.
In questi anni Governo e Parlamento hanno lavorato appieno per dare alla agricoltura italiana gli strumenti perché questa tendenza possa essere invertita.
Sono stati approvate norme per contrastare più severamente il caporalato e sono stati introdotti meccanismi di garanzia affinché la filiera agroalimentare sia improntata a trasparenza e sia capace di garantire prodotti di qualità. Occorre, ora, andare avanti anche introducendo, come suggerito da una proposta di legge a mia firma, il divieto di vendite sottocosto che mascherano sovente produzioni scadenti e meccanismi di commercializzazione illegali.
Le infiltrazioni della criminalità organizzata anche in agricoltura non vedono più differenze tra nord e sud del Paese e nessun territorio è esente da questa minaccia. Istituzioni, forze dell’ordine e consumatori, ognuno deve fare la propri parte per difendere la filiera agroalimentare. Le forze dell’ordine già da tempo si adoperano in modo eccellente con buoni risultati e oggi possono contare rispetto al passato su maggiori strumenti legislativi per fare emergere la legalità e monitorare in modo capillare il territorio. Un apporto importante, inoltre, può arrivare dai consumatori, più attenti oggi alla genuinità dei prodotti; anche loro possono essere parte attiva in questa battaglia attraverso scelte più consapevoli e trasparenti. L’obiettivo ultimo: sconfiggere le agromafie e far emergere un mercato agroalimentare sano e non inquinato”.