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Buona la prima per la rassegna di culture digitali «TOUCH»

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Buona la prima per la rassegna di culture digitali «TOUCH»

Ha preso il via a Soveria Mannelli, presso l’Auditorium della Rubbettino Editore, «Touch. Culture Digitali», innovativo progetto DIGITAL promosso da Oltre Open Innovation Hub con il contributo dalla Regione Calabria nell’ambito del bando regionale sugli eventi culturali

Obiettivo di «Touch» è indagare i temi dell’innovazione, incrociando ambiti umanistici e artistici con traiettorie tecnologiche e imprenditoriali, ponendo al centro la crescita dei territori in termini sociali e culturali oltre che economici. Workshop, talk e laboratori didattici, animati da docenti, esperti e imprenditori: una rassegna senza dubbio unica nel suo genere che si rivolge ad un pubblico giovane, al mondo delle comunità educanti e a quanti intendono riflettere criticamente e consapevolmente sui temi dell’innovazione sociale e tecnologica.

Ospiti del primo evento, diretto dal giornalista e saggista Raffaele Gaetano, e declinato attraverso la formula del talkshow, Diego Teloni, esperto di social innovation e digital transformation, Florindo Rubbettino, CEO di Rubbettino Editore, Emilio Leo, CEO del Lanificio Leo e Gennaro Di Cello, COO Entopan.

Ospite centrale dell’evento, Diego Teloni, vanta una lunga esperienza internazionale avendo lavorato per organizzazioni pubbliche, private e della società civile nella progettazione di interventi per l’innovazione e il cambiamento sociale. È stato responsabile, come direttore della Fondazione Giacomo Brodolini, della progettazione e realizzazione della più rilevante infrastruttura di hub fisici dedicata all’innovazione nelle città italiane.

Tra i temi focalizzati durante la discussione: territori e dimensione locale in un contesto globale; valorizzazione del patrimonio industriale e delle manifatture made in Italy; rapporto tra patrimonio industriale, competenze e identità territoriali; impatto delle tecnologie e della trasformazione digitale sui sistemi del lavoro e sul capitale umano.

La discussione ha promosso il tema del patrimonio d’impresa come leva culturale ed economica. Diego Teloni ha sottolineato il ruolo attrattivo delle metropoli, calamite contemporanee che con la loro forza centripeta tendono a svuotare le aree periferiche delle loro migliori risorse. In tale contesto i piccoli centri e le aree interne possono giocare un ruolo attivo investendo sul capitale umano, valorizzando le specificità ed esaltando le qualità manifatturiere locali. Teloni ha evidenziato la preziosa simbiosi tra impresa e territorio che caratterizza le migliori esperienze e storie aziendali italiane.

Per Florindo Rubbettino, padrone di casa, il rapporto tra territorio e impresa è biunivoco. Le imprese nascono, crescono in un milieu, e nel corso del tempo restituiscono e ridistribuiscono valore. Non è possibile scindere la storia di un’impresa dal suo territorio, se la stessa è interpretata come impresa territoriale. È possibile fare impresa anche da aree periferiche, provando a ribaltare i limiti in punti di forza. Rubbettino nel corso della sua storia ha dovuto integrare tutti i processi di stampa, creando una filiera integrata autosufficiente, non potendo contare su un distretto evoluto locale e sulla presenza di altri attori del territorio in grado di supportare specifiche lavorazioni tipografiche. Ciò che apparentemente è un costo poco sostenibile (sostenere l’intera filiera della stampa tipografica) oggi è un valore aggiunto di Rubbettino che può fornire un servizio a ciclo completo ai propri clienti nazionali ed internazionali.

Efficace ed emozionante la testimonianza Emilio Leo che dopo aver introdotto e contestualizzato la storia industriale e manifatturiera di Soveria Mannelli, ha ripercorso gli elementi fondativi che hanno consentito alle imprese del territorio (Rubbettino, Lanificio Leo, Sirianni Arredamento e tante altre), di distinguersi puntando su cultura, cultura del progetto, design, integrazione, collaborazione, innovazione.

Gennaro Di Cello ha infine sottolineato l’importanza di politiche aziendali di Corporate Social Innovation, un nuovo approccio che tende a integrare le esigenze sociali nelle strategie e nel business dell’impresa, in maniera da rendere sostenibile nel tempo una serie di attività che prima erano rilegate soltanto al mondo del non profit e della filantropia. Il rapporto tra impresa, responsabilità e sostenibilità è mutato: le imprese hanno iniziato a ripensare la Responsabilità Sociale d’Impresa, consapevoli che per essere premiate dai consumatori e dalle comunità, occorre operare come agenti di innovazione sociale.

La prima giornata “Touch” si è conclusa con una visita didattica allo storico Lanificio Leo, vero e proprio avamposto di sperimentazione imprenditoriale nel quale ogni giorno la tradizione incontra l’innovazione.

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