Reggio Calabria: operazione antidroga “Buena vista”
2 min di letturaUn canale per l’importazione di cocaina fra la Colombia e la Calabria è stato scoperto dalla Squadra mobile di Reggio Calabria: la droga arrivava in Italia attraverso società operanti nel settore della importazione di prodotti ortofrutticoli e di pesce surgelato.
Intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali in due anni di indagini hanno dimostrato l´esistenza di un collegamento con le cosche della ‘ndrangheta del mandamento ionico della provincia di Reggio Calabria.
Diciannove arresti di cui 18 in Italia nell’operazione “Buena Vista” eseguiti dagli investigatori di Reggio Calabria, in collaborazione con le Squadre mobili di Milano, Napoli, Bologna e Pescara.
Il cartello calabrese riconducibile alle famiglie Morabito-Bruzzaniti-Palamara aveva assunto concrete e avanzate iniziative per la pianificazione e la realizzazione di compravendita di droga lungo ‘asse Reggio Calabria – Bogotà.
Lo stupefacente arrivava al porto di Gioia Tauro, attraverso apposite società operanti nel settore della importazione di prodotti ortofrutticoli, ovvero per via aerea mediante corrieri fino ad uno scalo del Centro-Nord Italia con la complicità di un appartenente alle Forze dell’ordine e una società di vigilanza privata nell’aeroporto.
Nel corso delle investigazioni in Italia, in Colombia, Perù, Repubblica Domenicana e Spagna sono stati impiegati investigatori esperti nel contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti che hanno permesso il sequestro in Italia e in Spagna di consistenti quantitativi di cocaina.
La droga, infatti, è stata sequestrata durante specifiche operazioni antidroga condotte in provincia di Reggio Calabria e presso l’aeroporto Barajas di Madrid da parte delle rispettive Forze di polizia (Polizia di Stato Italiana e Cuerpo National de Polizia – Comisaria General de Policia Judicial – U.D.Y.C.O. Central).
Le indagini hanno permesso di sventare l’importazione di oltre 35 chili di cocaina che sarebbe arrivata nel nostro Paese nascosta in un container di frutta o pesce surgelato.
Per questo fine, alcuni trafficanti calabresi avevano allestito nella Locride un esercizio commerciale per la rivendita di pesci surgelati provenienti dal Sud America.