Regionali Calabria: la condanna di Lucano irrompe sulla campagna
3 min di letturaLega ne chiede il ritiro della candidatura. Letta: ‘Un messaggio terribile’
La condanna, pesantissima, dell’ex sindaco di Riace Domenico “Mimmo” Lucano, irrompe come un ciclone sulla campagna elettorale per le regionali in Calabria a poche ore dal voto e mentre nella regione arrivano il presidente di Fi Antonio Tajani ed il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte per gli ultimi appelli al voto.
Subito dopo la lettura del dispositivo si sviluppa un vortice di reazioni con la Lega che si schiera contro Lucano – capolista in Calabria per la lista “Un’altra Calabria è possibile”, che sul proprio logo ha raffigurato il disegno della sua immagine, a sostegno di Luigi de Magistris – con il centrosinistra a difendere l’ex sindaco.
Uno scontro che travalica i confini regionali, chiamando in causa anche alcuni big di partito.
È il caso del segretario dem Enrico Letta che parla della sentenza come di “un messaggio terribile, pesantissimo, un messaggio che credo alla fine farà crescere la sfiducia nei confronti della magistratura”. Non la pensa così Matteo Salvini che fa un parallelismo con la vicenda di Morisi per dire che “altro che dare la caccia agli omosessuali nella Lega, la sinistra in Calabria candida condannati a 13 anni di carcere!”. La Lega si spinge anche oltre. Prima il presidente della Regione Nino Spirlì, poi il commissario regionale Francesco Saccomanno chiedono il ritiro della candidatura e Spirlì invoca anche quella dello stesso de Magistris.
Attacchi ai quali replica Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana (che sostiene de Magistris) che parla di sentenza “abnorme, incredibile” di “un giorno nero per la democrazia e, temo, per la giustizia”. E poi rispedisce al mittente l’attacco. “Dovrebbe ritirarsi lui anche per carità di Patria – dice riferendosi a Spirlì – questo aiuterebbe a restituire alla politica della Calabria una dimensione un po’ più seria, credibile ed accettabile”. De Magistris, naturalmente, si schiera dalla parte di Lucano definendolo “un uomo giusto, un simbolo di umanità e di fratellanza universale”. E per rendere ancora più plastica la sua posizione annuncia che “gli ultimi passi verso la vittoria e verso la liberazione della Calabria, li compiremo domani proprio da Riace per abbracciare e sostenere ancor di più il nostro Mimmo Lucano, un uomo che è l’antitesi del crimine”.
A favore di Lucano si schiera anche un altro candidato alla presidenza, Mario Oliverio, che da ex governatore ha condiviso più volte la storia di Riace. “Rimango attonito ed incredulo” dice, aggiungendo che l’esperienza di accoglienza “non può essere cancellata da una sentenza di condanna che appare spropositata”. La candidata del centrosinistra Amalia Bruni non entra nel merito della sentenza: “Le sentenze non si commentano, si rispettano” dice definendosi “dispiaciuta dal punto di vista umano” e invitando Lucano a non smettere di combattere.