Rete Civica: retromarcia su Servizio Trasfusionale punto di partenza per rilancio ospedale
3 min di letturaLa repentina retromarcia sulla sospensione del Servizio Trasfusionale nelle ore notturne e festive, che salutiamo ed apprezziamo, non è e non può essere il punto di arrivo, ma dovrà essere il punto di partenza per il potenziamento ed il rilancio del nostro Ospedale
Comunicato Stampa
Un ospedale che nonostante la pesante cura dimagrante impostagli durante la sciagurata gestione Scopelliti-Talarico-Mancuso, con il costante stillicidio di tagli di posti letto, soppressione e ridimensionamento di reparti e servizi, sottrazione di personale e strutture, ha continuato a mantenere una sua forte attrattività verso utenti e pazienti non solo del lametino, ma anche di altre aree della Calabria, per come emerge dai dati pubblicati nell’ultimo Piano delle Performance varato dall’ASP. Una vitalità del nostro nosocomio di cui dobbiamo ringraziare molti, se non l’intera collettività, dei primari, dei medici e del personale sanitario, che si sono impegnati o ancora si impegnano per tenere alta la qualità delle prestazioni ed il buon nome della struttura.
Ora, però, bisogna risolvere definitivamente il problema della dotazione di personale e della operatività H24 del nostro Servizio Trasfusionale, in quanto si tratta del punto nodale della catena di tutte le unità operative presenti nell’ospedale, non solo di quelle dell’emergenza-urgenza, del Pronto Soccorso e dei reparti chirurgici, ma anche dei reparti medici e di tanti altri servizi che sono attivi. Regione, Commissario ad acta, ASP e, perché no?, Procura della Repubblica sono avvisati. I lametini e in generale gli utenti che gravitano intorno all’Ospedale di Lamezia non tollereranno di correre ulteriormente dei rischi per la loro salute o addirittura per la loro vita a causa di un ridimensionamento di fatto o di diritto del Servizio Trasfusionale.
Finito il tempo della spoliazione mirata della nostra sanità ospedaliera e territoriale perseguito dalla gestione Scopelliti-Talarico-Mancuso, deve iniziare quello di una redistribuzione equilibrata di risorse e funzioni sanitarie nell’area Centrale della Calabria, dove nel territorio lametino, che rappresenta circa il 40% di quello provinciale, sono stati finora spesi meno del 20% dei fondi sanitari che sono rimasti sempre costanti, ma sono stati deviati per mantenere altrove quei reparti e quei servizi doppi e tripli, che qui venivano chiusi con l’evidente scopo di liberare utenza per i due vicini Hub.
Partendo dall’apertura del reparto di neurologia previsto da tempo, dal migliore utilizzo del Centro Protesi INAIL, dalla indispensabile chiarezza su quanto è realmente accaduto nel reparto Covid, bisogna avviare il potenziamento ed il rilancio del nostro ospedale nell’ambito di una programmazione unitaria della sanità ospedaliera dell’istmo.
A questo impegno non mancherà la forte spinta civica che si è prontamente attivata contro questo tentativo di soppressione di fatto dell’attività trasfusionale. E’ necessario mantenere vivo l’impegno per evitare o ridurre al minimo quella migrazione sanitaria con cui continuiamo ad ingrassare i bilanci di tante altre Regioni, compresa quella Lombardia, che ora chiede la distribuzione dei vaccini in base al PIL, nonostante l’Italia sia afflitta da una gravissima forbice di spesa sanitaria che va dagli oltre 2.400 euro pro capite all’anno della stessa Lombardia ai 1.600 euro della Calabria.
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