Riace, Lucano: “Andiamo avanti lo stesso anche senza contributi pubblici”
2 min di letturaREGGIO CALABRIA. “Riace rappresenta un’idea che va contro la civiltà della barbarie. Anche senza contributi pubblici andiamo avanti lo stesso, da soli, perché negli anni abbiamo costruito dei supporti all’integrazione che oggi fanno la differenza. Faremo non uno Sprar ma un’accoglienza spontanea così com’era cominciata, senza soldi pubblici”. A dirlo il sindaco di Riace Domenico Lucano al termine dell’udienza del Tribunale del riesame di Reggio Calabria che deve decidere sul suo ritorno in libertà.
I giudici si sono riservati la decisione. “Lo voglio io come volontà politica. Dobbiamo uscire dallo Sprar – ha aggiunto -. Non voglio avere a che fare con chi non ha fiducia e con questo governo che spesso non rispetta i diritti umani. Sono fiducioso nella scarcerazione, se esiste il diritto. E’ talmente distante quello che ha detto l’avvocato, che ha sviluppato come si è svolta la vicenda Riace arrivando poi agli argomenti alla base di queste misure fatte a me, e quello che ha detto il pm. C’è un abisso”.
“Quando si parla di uno degli argomenti che mi sono contestati dal Viminale, quello degli affidamenti diretti, il prefetto Morcone non si doveva dimenticare di quando, nel 2008, voleva portare 400 persone a Riace“. A dirlo il sindaco di Riace Domenico Lucano. “Al prefetto – ha aggiunto – dissi che Riace aveva 500 abitanti nella parte alta. In ogni caso ho avuto un rapporto cordiale con il Capo dipartimento Morcone. Però il 26 agosto 2008, quando ha telefonato a Riace, mentre altri comuni come Milano davano la disponibilità per 20 posti, noi ci siamo riuniti in vari comuni ed abbiamo dato la disponibilità di 300 posti. Il 26 agosto ci hanno telefonato ed il 28 agosto sono arrivati i pullman. Come facevamo a non fare gli affidamenti diretti alle coop o agli enti gestori. E adesso me lo contestano”.