Riapre la chiesa di San Domenico a Lamezia Terme
4 min di letturaLa rinascita di San Domenico: un viaggio nel tempo e nella fede a Nicastro
In un’atmosfera carica di emozioni e riverenza, la comunità cristiana di Nicastro si prepara a vivere un momento straordinario: la riapertura della maestosa Chiesa di San Domenico.
Un vero gioiello di arte e architettura, tra i più belli di tutto il territorio calabrese, testimone di secoli di storia e devozione, si svelerà dopo un lungo lavoro di restauro, in tutta la sua magnificenza in occasione del 28º anniversario dell’ordinazione sacerdotale del venerato parroco, Don Antonio Brando.
La solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta da Sua Eccellenza il Vescovo Serafino Parisi, segnerà un capitolo di rinnovamento per questa chiesa, che ora, grazie all’instancabile impegno del parroco e dell’architetto Luciano Maria Carmela, si presenta restaurata nei suoi antichi splendori. Alla chiesa di San Domenico l’architetto Luciano ha dedicato anni di studio e ricerca, dirigendo con maestria i lavori di restauro iniziati nel 2022 e finanziati in parte con fondi CEI (8 per mille) ed in parte con fondi propri della parrocchia.
San Domenico, tra le chiese più significative di Nicastro e Lamezia Terme, racchiude in sé la complessa storia dei frati Domenicani e degli avvenimenti che hanno plasmato il destino di questa comunità.
L’edificazione della chiesa è strettamente legata all’insediamento dei frati, che l’hanno costruita e riedificata insieme al convento adiacente.
L’architetto Luciano ci racconta che la storia della Chiesa di San Domenico è una cronaca viva di Nicastro, dall’esistenza della piccola chiesa del S. Hospitaletto della SS. Annunciata al drammatico terremoto del 1638, che ha portato a una completa ricostruzione del complesso.
La chiesa edificata all’inizio del XVII secolo, sebbene funzionale per i riti Domenicani, è rimasta per lungo tempo al rustico mentre il convento dei frati domenicani cresceva in importanza. Il XVIII secolo ha poi portato significative modifiche al convento e alla chiesa, culminando con il completamento dell’attuale configurazione architettonica ed iconografica tra il terzo e l’ultimo quarto del secolo.
Nonostante gli anni e le sfide, la chiesa ha continuato a essere un punto di riferimento per la comunità, anche durante gli eventi della prima metà del XIX secolo, che hanno decretato la fine dell’esperienza dei frati Domenicani a Nicastro.
A seguito della “eversione dell’asse ecclesiastico” prima furono mandati via i religiosi e poi il convento e la chiesa venero assegnati in proprietà al comune. La chiesa fu affidata ad un prete per il mantenimento del culto per la Confraternita del Rosario mentre il convento fu da subito scuola, poi caserma, per ritornare ad essere scuola fino all’attuale destinazione a museo e bene culturale.
Nel 1870 la Confraternita del Rosario che dal 1830 aveva un proprio Oratorio nell’ex Refettorio dei frati, propose una permuta all’Amministrazione comunale per far sì che la chiesa diventasse di proprietà della Confraternita. L’Oratorio divenuto di proprietà del Municipio fu subito trasformato in sala per incontri pubblici ed oggi è il Teatro Umberto. Nel 1954 la chiesa divenne sede temporanea della Parrocchia della Madonna del Rosario.
Nel 1967, avvertita la necessità di quella che ora è la parrocchia più popolosa della diocesi il vescovo monsignore Renato Luisi decise di creare la nuova parrocchia di S. Domenico e la affidò all’Ordine dei Minimi che la mantenne per un trentennio. Dal 1997 la chiesa di San Domenico è in cura al clero secolare e l’attuale parroco è proprio don Antonio Brando che con forza e caparbietà ne ha voluto il restauro. I lavori eseguiti nel corso del XX secolo a cura dei frati minimi sono stati dettati sia dalla necessità di adeguamento a parrocchia e di ammodernamento liturgico post conciliare, sia da esigenze di restauro e manutenzione.
Hanno interessato in modo significativo la pavimentazione, la pitturazione delle pareti cancellando tracce importanti della storia del manufatto (è andato perduto il pavimento in basole di pietra del Reventino e l’antica rifinitura a marmorino bianco delle pareti). All’interno gli interventi hanno comportato sicuramente la scomparsa delle pedane degli altari laterali e dei rispettivi tabernacoli, lo smantellamento degli antichi cori lignei dei frati domenicani presente nel coro e quelli della confraternita presenti nel presbiterio, nonché le varie modifiche all’area presbiteriale (balaustrata, pavimento, altare versus populum, ecc.). Negli stessi anni fu modificato l’accesso alla cripta con la costruzione di una scala in sostituzione dell’originaria botola. Oggi, dopo un attento lavoro di restauro, la Chiesa di San Domenico si apre nuovamente al pubblico. La celebrazione di questa rinascita sottolinea non solo l’importanza storica e architettonica del luogo di culto, ma anche il forte legame che unisce la “chiesa” alla “Chiesa” della comunità lametina.
La scoperta di tesori nascosti durante i lavori, come il grande sepolcreto sotto la pavimentazione e la perfetta conservazione della rifinitura settecentesca in marmorino bianco (al momento non recuperabili per mancanza di fondi), aggiunge un tocco di meraviglia a questa straordinaria vicenda.
La Chiesa di San Domenico, ora custode di antichi riti di preghiera dei frati domenicani, si erge come un faro di storia e fede nel cuore di Nicastro.
La sua riapertura è un invito a tutti a immergersi in un viaggio nel tempo e nella spiritualità, celebrando la perseveranza di una comunità che ha saputo preservare il proprio patrimonio culturale e religioso.