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Riflessi e riflessioni. Sotto la lente

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Sotto la lente - Mara Larussa

Era sempre lo stesso laghetto, in una patinata domenica mattina, sempre le stesse canne al vento, sempre lo stesso tragitto, sempre la stessa testa

E poi lei, un’anatra muta bianca dal becco rosso.

Attraversava libera, come se tutto attorno fosse suo.

Anche lei diretta verso lo stesso specchio d’acqua.

Iniziavano i riflessi e le riflessioni, il tempo si fermava, la natura continuava a respirare.

Prendere consapevolezza nell’esercizio del pensiero, una seconda intenzione secondo i Filosofi Antichi, la presenza a se’ di esserci e di volersi conoscere.

Basta una lastra di silicio e calce per guardarsi fuori, ma serve il silenzioso specchio di una pozza d’acqua per scrutarsi dentro e scandagliare i fondali interiori.

Lì sedimenta il residuo pesante.

Residuano le difficoltà che appaiono insormontabili, e da fondale sabbioso si consolidano in scogli immensi.

Nessun problema, però, scriveva Voltaire, può resistere all’assalto di una riflessione approfondita.

E riuscire a usare quei massi per costruire il futuro, seguendo la saggezza popolare calabrese che ripeteva “ogne savurra, iza ra turra”, ogni pietra alza la nostra casa, anche quella che costruiamo con il più piacevole dei sacrifici dentro di noi.

Mara Larussa

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