Riga: Lamezia e la Calabria non sono in grado di gestire calamità come il terremoto
2 min di letturaDopo la forte scossa di terremoto che lunedì scorso ha preoccupato la città di Rende e non solo, abbiamo incontrato il prof. Giulio Riga, geologo ed esperto in difesa del suolo.
La Calabria trema da diversi mesi. C’è da preoccuparsi sul serio?“Sicuramente c’è da stare molto attenti, è da molto tempo che la nostra regione è interessata dai fenomeni sismici, lo sono le continue scosse telluriche che hanno avuto come epicentro Albi e Cirò Marina. Con questi fenomeni la terra ha sprigionato man mano energia che ha nuovamente accumulato con il terremoto di lunedì 24 febbraio. Adesso siamo in attesa di uno o più nuovi fenomeni, sicuramente di un valore compreso tra 3 e 4 di magnitudo se non superiore”
Cosa succede nei fondali marini e nelle viscere della terra su cui poggia la Calabria?
” I terremoti calabresi sono correlati alla subduzione della microplacca ionica sotto l’arco calabrese.
Nella zona in cui il fondale marino ionico s’inflette si hanno i massimi sforzi di trazione, con rotture su faglie normali. In passato, i terremoti più violenti e distruttivi della storia calabrese sono accaduti sotto l’appennino calabro ad una profondità di 10-15 km. Anche i terremoti che hanno interessato di recente le zone di Albi, Ciò Marina e Rende sono correlate al fenomeno di subduzione”.
La scossa dell’altro giorno a Rende ha creato molto panico tra la popolazione. In caso di calamità, la Calabria è pronta a gestire eventi simili?
” No, purtroppo la nostra regione non è preparata a questi eventi. Lo si è visto lunedì scorso quando una scossa di media entità ha messo tutti in crisi. Eppure basterebbe poco. Non dico di adeguare tutte le abitazioni, ma i Comuni potrebbero “educare” la popolazione, facendo delle piccole dimostrazioni su come comportarsi in caso di terremoto, attrezzando eventualmente, le aree di attesa e di ricovero della popolazione e soprattutto, inviando ai cittadini un piano per individuare e raggiungere tale aree. Oggi è possibile seguire l’evoluzione temporale di una sequenza sismica e in alcuni casi conoscere in anticipo la zona epicentrale, ma la prevenzione sismica è il primo step da realizzare se mai dovesse verificarsi un terremoto”. Giuseppe Donato