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Ritmi e radici: la tarantella calabrese tra tradizione e innovazione

3 min di lettura

La Calabria balla il suo Nóstos con la tarantella tradizionale tra santi e ribelli

La stagione estiva dedicata alla “Tarantella tradizionale calabrese della bassa regione”, progetto di ricerca e performance portato avanti dal gruppo “Nóstos Teatro Danza del Sud” della Compagnia Teatrale BA17, sta chiudendo il suo cerchio.

Dopo il progetto “Calabria, Santi e Briganti” (finanziato con risorse PSC Piano Sviluppo e Coesione 6.02.02 erogate all’esito dell’avviso “Attività Culturali 2022″dalla Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura), svolto nello straordinario borgo rinascimentale di Aiello Calabro e dopo il successo degli stage al “Badolato Tarantella Festival”, la narrazione della danza tradizionale calabrese che ha attraversato i borghi tra cui la bella San Pietro in Amantea e Platania, si appresta a partecipare al Festival Nazionale dei Borghi più belli d’Italia, che si terrà a Oriolo e Rocca Imperiale il 6, 7 e 8 settembre prossimi.

Bastano queste poche parole per rievocare un mondo straordinario che con le sue movenze svela un passato culturale importante e che continua ad animare piazze, festival e manifestazioni varie, con una numerosissima partecipazione di pubblico.

La tarantella, danza dalle movenze codificate che unisce il codice alla libertà espressiva, è uno dei cuori della narrazione del passato, che ha riportato il mondo dicotomico dello spirito e della ribellione che caratterizza da millenni questa regione.

«La danza popolare – spiega l’ideatrice del progetto Angelica Artemisia Pedatella – ha scritto un codice che resta nel costume. Stiamo lavorando da mesi sulle ricostruzioni della danza locale, trovando una sintesi, ottimizzando una ricerca che mette insieme la tradizione con la contemporaneità per raccontare lo spirito sempre attuale della tarantella». A dispetto di ogni definizione, infatti, il termine “tradizionale” include assolutamente innovazione.

«Credo che succeda poche volte – spiega ancora la danzatrice, regista e attrice Angelica Artemisia Pedatella. – La tarantella è sentita come tradizione ma continua ad essere innovativa. Credo che questo accada perché incarna veramente lo spirito del popolo, legato ai valori ma immerso sempre nella vita, proiettato necessariamente nel presente. La ricerca che stiamo facendo grazie al mondo popolare tradizionale è incredibile, supera le aspettative e ci permette di avere un dialogo straordinario con la gente».

Il progetto “Nóstos” nasce dall’incontro del maestro Francesco Nicastro, danzatore e ricercatore della tradizione, con Angelica Artemisia Pedatella e la sua Compagnia Teatrale BA17.

«Da oltre due decenni – precisa Francesco Nicastro – mi occupo della danza di tradizione, calabrese, portandola ovunque attraverso stage, seminari, incontri pratici e culturali. In una realtà in cui tutto si improvvisa e tutto si imita, è necessario evitare il declino dell’identità popolare, per evitare che questa ballata continui a perdere il suo linguaggio coreutico originale. Da bambino, osservando e ascoltando gli anziani, ho imparato che in una società che corre così in fretta, il mondo delle tradizioni può riappropriarsi del valore che possiede davvero. Gli anziani sono e saranno sempre la nostra memoria, passata, presente e futura».

La partecipazione al Festival Nazionale dei Borghi più belli d’Italia corona davvero un percorso importante e apre a un settembre, come spiegano gli artisti, ricco di novità che non vogliono ancora raccontare.

«Si tratta davvero di una sorpresa a cui abbiamo lavorato da mesi – conclude la Pedatella – e siamo certi che riusciremo a dare una luce nuova a questo mondo incredibile che ci portiamo dentro e che crea relazioni, bellezza e dà ritmo alla nostra vita».

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