Rivendicare l’autonomia: un appello per la ZEMAN e il futuro del Mezzogiorno
3 min di letturaIl Fronte Meridionale organizzazione autonoma decentralizzata nata per denunciare la violazione dei diritti umani nei confronti dei cittadini che vivono nel Mezzogiorno accusa la politica di strumentalizzare la legge sull’autonomia differenziata per scopi elettorali
Comunicato Stampa
Richiedere la ZEMAN (Zona Economica Mezzogiorno Autonoma) ora che esiste la legge sull’autonomia differenziata è una scelta logica e strategica per diverse ragioni. La legge, concepita per favorire il Nord, offre uno strumento che possiamo ribaltare a vantaggio del Mezzogiorno.
La lobby politica ha creato l’autonomia differenziata per applicarla nelle regioni settentrionali, favorendo lo sviluppo del Nord e boicottando il mezzogiorno, mantenendolo in una condizione di perenne sottosviluppo.
Questo schema garantisce che il Mezzogiorno rimanga svantaggiato e dipendente, impedendo di sfruttare le risorse locali per il proprio progresso.
La recente proposta di un referendum abrogativo da parte di alcuni partiti, che non rappresentano una forza significativa nel Sud, appare come una strategia per distogliere l’attenzione dalle vere necessità della nostra regione.
Questo referendum non mira a proteggere il Mezzogiorno, ma piuttosto a trascinarlo nelle secche della burocrazia italiana, bloccando ogni possibilità di riscatto. La narrazione attorno al referendum potrebbe servire a distogliere il dibattito pubblico dai reali problemi economici e sociali che il Mezzogiorno affronta, mentre il Nord sfrutterà la legge in tutti i modi possibili.
Richiedere la ZEMAN adesso significa trasformare un’arma ideata contro il Mezzogiorno in uno strumento di autodeterminazione, permettendoci di gestire direttamente le nostre risorse e pianificare uno sviluppo autonomo.
Se non agiamo ora, la legge verrà ulteriormente strumentalizzata per rafforzare la supremazia della lobby politica nel Mezzogiorno, lasciando il nostro territorio ostaggio delle stesse dinamiche che lo hanno condannato in passato.
In questo contesto, è evidente che il referendum rappresenta non solo una distrazione, ma una manovra che potrebbe perpetuare lo status quo, impedendo al Mezzogiorno di ottenere la giusta visibilità e le opportunità di sviluppo che merita.
Attualmente, nessuna forza politica, neanche la coalizione che governa l’Italia, possiede 15 Milioni di voti per abrogare la legge sull’autonomia differenziata.
È quindi giusto, visto che si parla del futuro del Mezzogiorno, richiedere un referendum che non sia strutturato per fini speculativi. Intendiamo interrompere la speculazione in atto e rilanciare un referendum consultivo che sancirà, una volta per tutte, senza lasciare spazio alle speculazioni, se i cittadini vogliono gestire in autonomia il proprio territorio, interrompendo i tentativi di strumentalizzazione politica che riguardano il Mezzogiorno.
Un esito che non lascerà spazio ai governatori delle regioni del Mezzogiorno di continuare a fare gli interessi del proprio partito, ma di attuare quello che richiedono i propri cittadini.