Alla Sacal ormai tutto e’ possibile. Anche Confindustria Catanzaro la scarica!
2 min di letturaPensavamo che dopo un accordo senza anticipo salariale, unico caso d’Italia nel settore, il peggio si era ormai visto alla Sacal
Comunicato Stampa
Invece no. Succede, infatti, che a valle dell’accordo sulla cassa integrazione, alle lavoratrici addette alla pulizia per avere una proroga di soli due mesi, prima di esternalizzare il servizio, viene chiesto di rinunciare a tutti i diritti di natura risarcitoria, economica e contrattuale, esercitando in tal modo una obbrobriosa ed inaccettabile pressione sulla loro necessità di lavoro (clicca qui).
Ma al peggio sembra non esserci fine. Apprendiamo dalla Sacal che l’azienda che si è aggiudicata il servizio di pulizia applicherà un contratto cosiddetto “pirata”, quello che depriva i lavoratori di elementari diritti che invece sono sanciti nei contratti sottoscritti fra Confindustria o Assaeroporti e Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt e Ugl T.A.. La Sacal, dunque, come i padroni di un tempo, fa “dumping” contrattuale, costringendo Confindustria Catanzaro ad inviare una email a Sacal, e per conoscenza alle organizzazioni sindacali, comunicando che non potrà procedere agli adempimenti previsti per il passaggio dei lavoratori poiché ha appreso: “che la società aggiudicatrice applica un CCNL non firmato dall’associazione datoriale di Confindustria e dalle sigle Sindacali di CGIL, CISL, e UIL, la stessa Confindustria non potrà procedere a convocare le parti.” Infatti, il CCNL è quello sottoscritto da un sindacato autonomo e l’Unci!
Tutto ciò sta avvenendo senza che la Regione Calabria, socia della Sacal, dica una sola parola e senza che l’Assessore regionale ai Trasporti prenda una posizione su questa Azienda che gestisce un settore nevralgico del trasporto calabrese. Siamo, però, ormai al limite: è inaccettabile che una Azienda come la Sacal prima sottoscriva un accordo sulla cassa senza anticipo salariale al contrario di quanto avvenuto nelle altre società di gestione nel resto del Paese, poi destruttura i diritti delle persone che lavorano con esternalizzazioni insensate e, infine, produce “dumping” contrattuale come i peggiori padroni degli anni Cinquanta. Da parte nostra, assieme a Fit-Cisl e Ugl T.A. chiederemo un incontro con Confindustria e Regione, alla presenza dell’azienda aggiudicatrice, anche per bloccare la continua attività della Sacal contro gli interessi delle parti che rappresentiamo e il diritto alla rappresentanza collettiva.
Segreteria regionale Filt-Cgil Calabria