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Samo, Reggio Calabria. Morto questa mattina il partigiano Brancatisano

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È morto questa mattina il partigiano calabrese Pasquale Brancatisano, conosciuto come “Malerba”

Brancatisano se ne è andato a novantanove anni a pochi giorni dal “Giorno della memoria” che ogni anno ricorda al mondo l’orrore dell’Olocausto. Quella che naturalmente è una semplice e pura coincidenza fa in qualche modo riflettere e ci fa ancora una volta rimarcare quel filo spesso che unisce passato e presente.

Brancatisano del resto ha vissuto in prima persona la sciagura di quegli anni. Infatti, con il richiamo alle armi del 7 gennaio 1941, ha dovuto lasciare la Calabria da contadino, per ritrovarsi catapultato in guerra da soldato.

L’8 settembre 1943, insieme ad altri suoi compagni della milizia, disertò per fuggire dalla Francia alla volta dell’Italia. Qui, una volta sopraggiunto nelle vicinanze di Cuneo, aderì alla brigata Garibaldi con la quale militò contro il nazifascismo, rischiando la vita a favore della libertà, fino alla liberazione dall’assedio nazi-fascista.

Fece ritorno in Calabria una volta conclusa la guerra. Da allora ha vissuto a Samo, in provincia di Reggio Calabria, insieme ai propri familiari fino alla sua morte.

Lo scorso aprile, in piena emergenza Covid, dopo aver registrato un video messaggio destinato al Capo dello Stato, ha ricevuto una telefonata dallo stesso Sergio Mattarella il quale ha voluto congratularsi con Brancatisano per le sue parole di affetto e per il suo operato durante la Resistenza.

“Sergio Mattarella ha saputo lavorare e saprà lavorare sempre per l’Italia con senso di patria e patriottismo” aveva affermato Brancatisano nel video, per poi ribadire la stima nei confronti del presidente anche durante la telefonata: “Una persona degna e capace per l’Italia come siamo stati noi nella lotta partigiana”.

Simona Barba Castagnaro

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