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San Pietro Lametino, due alluvioni in dieci giorni: aziende in ginocchio

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LAMEZIA. Ritorna il maltempo e ritorna l’alluvione nella piana lametina. A distanza di soli dieci giorni dalla maledetta sera del 4 ottobre in cui hanno perso la vita una mamma e due bambini, la zona dell’area industriale di San Pietro Lametino stamattina è stata nuovamente inondata dall’acqua. Aziende, capannoni, insediamenti industriali sono stati ulteriormente danneggiati da un’ondata di fango, detriti e pioggia.

Allagamenti e disagi alla circolazione si sono registrati anche sulla strada statale 18, all’altezza del centro meccanografico delle Poste di Lamezia Terme. Ad esondare, questa mattina, il torrente Turrina che, dal 4 ottobre scorso, non era stato più messo in sicurezza. Nuovamente colpite, dunque, le aziende agricole, florovivaistiche e industriali che costeggiano l’arteria. Realtà produttive che già il 4 ottobre scorso erano state seriamente danneggiate dal maltempo. Sui luoghi del nuovo nubifragio sono intervenuti gli agenti della polizia municipale e il personale dell’Anas che si sono adoperati per tenere sotto controllo la situazione e per ridurre i disagi agli automobilisti.

 

L’area in questione non è distante da quella in cui hanno perso la vita Stefania Signore (30 anni) e i suoi figlioletti Cristian (7 anni) e Nicolò (2 anni) che la sera del 4 ottobre sono stati inghiottiti dalla furia dell’acqua. In tutta la zona questa mattina le strade sono diventate fiumi di fango e detriti. Secondo quanto segnalato dagli imprenditori locali ad aggravare la situazione è stata la mancanza di argine del torrente, completamente cancellato dall’alluvione di pochi giorni fa. In pratica un corso d’acqua senza il suo letto naturale che in questi giorni nessuno ha ricostruito, nonostante le ripetute segnalazioni e le sollecite richieste degli imprenditori dell’area.

Stamattina la ditta Trovato che si occupa di movimento terra è intervenuta per ripristinare gli argini del Turrina e riportare il corso d’acqua nel suo alveo naturale. Ma si è trattato di un intervento provvisorio, una soluzione temporanea a cui dovrebbe seguire un mirato intervento di messa in sicurezza del torrente perché non accada più quello che è avvenuto dalla sera del 4 ottobre in poi. Intanto le aziende sono in ginocchio: tanti operai sono fermi, le coltivazioni agricole sono rovinate, molte sedi produttive sono state seriamente danneggiate. Ora, dopo due alluvione in dieci giorni, è il momento di fare il bilancio di un disastro.

Redazione 

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