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La sanità calabra e lametina: una piaga virulenta che imputridisce

3 min di lettura

Sanità calabra: una critica senza filtri alla gestione disastrosa e alle promesse non mantenute

Comunicato Stampa

La sanità calabra è una piaga virulenta che imputridisce di momento in momento, offendendo sia la regione che la gente. A livello di assistenza è inutilizzabile, inesistente, con lunghe file di prenotazioni che scivolano in una somma negativa di anni o, diversificando, il paziente in varie sedi del territorio, trasformando l’essere umano in un commesso viaggiatore della salute.

Per molti e per le necessità immediate, esiste il ricorso al privato, altamente ed esageratamente costoso (da 65 euro fino a 250) è un ulteriore svenamento del cittadino, le cui risorse si perdono nei meandri di un servizio improprio che, in altri tempi, era esclusivamente pubblico.

Le parole non hanno più senso, non hanno più logica, sono solo un eco sventolato in tempi diversi, come per tanti altri fatti che, secondo la teoria propagandistica, avrebbero dovuto ridare uno slancio diverso alla nostra martoriata e vilipesa civiltà regionale.

Le promesse cantate in varie note, emergono come una stridente stonatura, sono solo un miraggio, a cui non seguono i fatti, quelli che avrebbero dovuto creare un nuovo respiro d’assistenza per il paziente.

Un riferimento specifico per Lamezia Terme, due ospedali di cui, il nuovo è già da considerare un guscio vuoto a mezzo servizio per quello che non ha più, il reparto per le malattie infettive chiuso e parzialmente trasferito al 5 piano, la fisioterapia e riabilitazione fisica totalmente silenziate, esiste il fabbricato (sulla parte destra dell’ingresso, provvisto anche di un ampio parcheggio), stessa sorte per la dermatologia e cardiologia o per altre aeree presenti sulla carta, mentre il vecchio fabbricato, imponente sopra la città, serve per qualche emergenza come il vaccino anti covid19 e per quello antiinfluenzale.

Vergogna! Vergogna! E ancora vergogna, per come si ritrova la citta e il suo hinterland, impossibilitata ad usufruire totalmente del servizio sanitario per la propria esistenza.

Una città, come Lamezia Terme con più di 70mila abitanti (70.891 al 2019) ha tutti i diritti a gestire un perfetto piano di assistenza ospedaliera.

Le vicende “Ospedali” e personale medico, non solo Lametine ma dell’intera Calabria, debbono prontamente assurgere a posizioni di primo piano per creare i presupposti ad una concreta ricollocazione funzionale, non è più possibile far pagare al collettivo l’incapacità dei vertici e la storia “coronavirus” ha drammaticamente messo a nudo carenze, pecche e manchevolezze d’ogni tipo delle strutture.

L’impegno massimo viene dato esclusivamente da medici e infermieri, a volte anche al limite della resistenza fisica. Mancano medici? Non c’è abbastanza personale specializzato? I costi di mantenimento reparti sono troppo elevati? Tutte scuse inutili e fuorvianti, tra cui le lungaggini burocratiche. È veramente il momento che il cittadino cominci a scuotersi pretendendo ciò che spetta come contribuente.

La storia della sanità lamettina, come quella regionale, non può e non deve finire nel dimenticatoio, gettata in un cestino per la carta straccia da coloro che, in modo incompetente, l’hanno gestita e continuano a gestirla. Condivido l’impegno delle associazioni del lametino, nella radiografia di un mondo in letargo che bisogna scuotere per guardare con serenità presente e futuro.
Condividiamo la presa di posizione delle altre associazioni del lametino, nella radiografia di un mondo, da tempo in letargo, che bisogna scuotere per guardare con serenità il futuro.

Non ci vogliono personaggi scelti per beneficio politico, ma tecnici che veramente conoscano il settore e ne facciano parte..

Gianfranco Turino- Giuseppe Di Cello
Presidenza Calabria Sociale

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