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Sanità Calabria, come risanare un sistema al collasso: le proposte degli aspiranti governatori

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La sanità in Calabria, come uscire dall’emergenza. Incontro promosso dall’Anaao Assomed (Associazione medici dirigenti) alla presenza del segretario regionale Filippo Maria Larussa e del segretario nazionale Carlo Palermo.

Il dibattito, svoltosi oggi pomeriggio in un hotel di Feroleto Antico è stato moderato da Riccardo Giacoia, giornalista Rai.

A discutere della possibile cura per i mali della sanità calabrese i candidati alla presidenza della Regione Calabria: Amalia Bruni (centrosinistra), Roberto Occhiuto (centrosinistra) e Mario Oliverio (indipendente). Assente Luigi De Magistris perché impegnato in un incontro pubblico a Corigliano Rossano già programmato da tempo.

Questa la sintesi degli interventi:

Amalia Bruni: “Abbiamo perso 4mila unità di personale, tra medici e operatori sanitari, che sono andati in pensione e che non sono state rimpiazzate. Siamo al collasso totale, on funzionano i territori. Tante le proposte e i progetti presentati in regione ma rimasti nei cassetti, quando c’era Oliverio e anche prima. La Calabria è stata colpita in maniera negativa perché non abbiamo avuto la possibilità di dire la nostra. I tagli effettuati dal commissariamento sono stati la cura che è stata peggiore del male. Ci vuole la programmazione dei servizi per la costruzione della medicina territoriale ora inesistente, per la presa in carico del malato. La responsabilità di questo fallimento è manageriale e politica. Il collasso sanitario ha provocato una profonda disaffezione da parte dei calabresi che ormai vanno fuori a curarsi anche per problematiche non gravi. Errore drammatico della politica è quello di aver elargito posti di lavoro: in molti alla Regione sono entrati come portaborse e poi sono diventati dirigenti. Persone che non meritavano di stare in quel posto. C’è necessità di rimettere mano alla sanità a più livelli e per farlo bisognerà avere fegato”.

Roberto Occhiuto. “Il commissariamento è stato un disastro. Se a un calabrese chiediamo chi deve governare la sanità, il calabrese dice: vogliamo persone competenti. I commissari chiamati dal governo a guidare la sanità hanno dimostrato di non avere la capacità e la preparazione. Abbiamo sempre pensato che la sanità fosse solo rete ospedaliera ma in realtà bisogna potenziare la medicina territoriale e nel Pnrr sono stati stanziati 7 miliardi proprio per la medicina del territorio. La restante parte è destinata alla medicina ospedaliera e poi alla prevenzione. Il vero dramma è che i commissari non hanno fatto programmazione e nemmeno investimenti; inoltre, sbloccare il turn over è fondamentale. Se sarò eletto presidente chiederò che la sanità torni in mano ai calabresi per chiudere i bilanci in piena trasparenza e sapere a quanto ammonta il debito accumulato in questi anni”.

Mario Oliverio. “La campagna elettorale è arida, c’è totale assenza di confronto. La sanità è la madre di tutte le battaglie, anche se ci sono tanti altri problemi da affrontare in questa terra. Io sono stato solo a combattere i commissari alla sanità, contro tutti i governi, anche quelli guidati dagli uomini del mio partito. In questi anni non ho mai sentito i parlamentari calabresi alzare la voce contro il commissariamento; non lo hanno fatto nemmeno i partiti. Io nasco come presidente di regione attraverso le primarie, contrastate anche dal gruppo dirigente nazionale del mio partito. In questi anni è aumentato il debito e sui territori è stato fatto un deserto. Occorre liberare la sanità dal commissariamento che ha assunto le sembianze di forze di polizia. Bisogna ridare alla regione le funzioni che sono proprie. Così come bisogna dare mano ad un programma per costruire il sistema perché abbiamo tante eccellenze ma che rimangono nel deserto, nell’assenza del sistema. Dobbiamo essere autonomi rispetto a Roma: prima gli interessi della Calabria”.

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