Sanità lametina, le associazioni: “Ormai solo una questione di sopravvivenza”
2 min di letturaA Lamezia la sanità si è tradotta in una questione di sopravvivenza per coloro i quali hanno necessità di curarsi; bisogna smetterla con i proclami e agire per difendere la vita e la salute delle persone.
Nota stampa: “Che fine farà la Neurogenetica? Cosa nasconde l’intento di trasferire il laboratorio di genetica formale nell’azienda Mater Domini di Catanzaro? Si tratta di interventi superficiali, che fanno scalpore ma che non forniscono risposte ai bisogni reali della gente. Ciò premesso, ci chiediamo come mai l’ennesimo atto che vede la sanità lametina preda di altre aree della Calabria, non susciti sospetto nei politici ‘che contano’ e che insistono sul nostro territorio. Il centro di Neurogenetica è unico ed originale proprio per la sua capacità di integrare assistenza clinica e ricerca; se il laboratorio viene territorialmente decentrato, il centro sarà profondamente snaturato.
E, dunque, cosa diventerà? Sarà sicuramente altro da quello che rappresentava nella visione e nell’impegno di Amalia Bruni o in quella di Rita Levi Montalcini che lo ha tenuto a battesimo; sarà vanificato il lavoro di medici e ricercatori che per anni hanno dato il loro contributo. Continuerà ad essere quel servizio di eccellenza, orgoglio lametino, che ha rappresentato positivamente la città nella comunità scientifica mondiale e che Catanzaro ha sempre mal digerito? Sorgono spontanee alcune domande: è solo un trasferimento logistico o anche gestionale? E i lavoratori, saranno pure trasferiti? Perché trasferiscono un laboratorio già ampiamente privato del personale? Perché negli anni non sono stati mai fatti i concorsi per assumere i biologi genetisti? C’è un segreto intento di smantellare il centro di Neurogenetica. Ci si chiede che fine abbia fatto il percorso delineato mesi addietro dal ministro della Salute Roberto Speranza, o le trattative per fare confluire il centro di Neurogenetica nell’Ircss. Noi continueremo a difendere la sanità, se necessario, anche da soli come già abbiamo fatto in altre occasioni, senza farci condizionare da strumentalizzazioni politiche, per fini carrieristici o di altra natura. L’unico potere che possiamo esercitare è quello della denuncia civile e lo utilizzeremo fino a quando non cercheranno di metterci a tacere con censure o altri mezzi congeniali a chi non accetta forme di confronto democratico e critiche costruttive”.
Felice Lentidoro (Cittadinanzattiva)
Nadia Donato (Senza nodi)