Sanità: rapporto Crea su regioni, Calabria agli ultimi posti
2 min di letturaSu 18 indicatori segna valori positivi solo in cinque
COSENZA. Calabria sempre nelle ultime posizioni e su 18 indicatori segna valori positivi solo in 5: é il quadro che emerge alla prova delle Performance 2023 su appropriatezza, equità, sociale, esiti, economico-finanziaria e innovazione tracciato dall’undicesima edizione del rapporto “Le Performance regionali” del Crea Sanità, il Centro per la ricerca economica applicata nella sanità.
I soli valori positivi che registra la Calabria sono quelli relativi agli indicatori riferiti all’ospedalizzazione evitabile per malattie croniche, all’indice di salute mentale, alla spesa pro-capite standardizzata, all’implementazione della rete oncologica ed allo sviluppo del fascicolo sanitario elettronico.
“La valutazione 2023 delle Performance regionali in tema di tutela socio-sanitaria offerta ai propri cittadini residenti – è detto nel report – oscilla da un massimo del 59%, fatto 100 il risultato massimo raggiungibile, ad un minimo del 30%: il risultato migliore lo ottiene il Veneto ed il peggiore la Calabria, con livelli inferiori al 35%.”.
Il rapporto raccoglie inoltre il punteggio dato alle Regioni da oltre 100 esperti raggruppati in un Panel multistakeholder diviso in cinque grandi gruppi: utenti, istituzioni, management aziendale, professioni sanitarie e industria medicale.
“Per quanto riguarda gli utenti – è scritto nel report – la Calabria recupera quattro posizioni, occupando il diciassettesimo posto, mentre l’ultima regione è la Basilicata.
Per i rappresentanti delle Istituzioni la misura di Performance varia dal 66% del Veneto al 29% della Calabria. Per le professioni sanitarie, il livello di Performance è mediamente minore: si passa dal 56% del Veneto al 30% della Calabria. Per la categoria management aziendale, Sardegna, Calabria e Campania occupano le ultime tre posizioni, con un valore dell’indice di Performance inferiore al 30%”.
“Per i rappresentanti dell’industria medicale, infine – conclude il report – Abruzzo, Puglia, Calabria, Sicilia, Campania e Basilicata presentano un livello compreso tra il 39% e il 34%”. (ANSA).