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Sanità: a Soveria Mannelli donna muore di setticemia

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La riflessione di Nadia Donato, giornalista e presidente associazione ARA.

Mentre una donna muore di setticemia a Soveria Mannelli, a Lamezia Terme i malati di H1N1 sono ricoverati in spazi comuni con altri malati.

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Nadia Donato, giornalista e presidente associazione ARA

Comunicato stampa:

Sanità: Perché, in questi giorni,  una donna muore di setticemia a Soveria Mannelli? Perché i malati infettivi, a Lamezia Terme, hanno spazio comuni compreso il bagno, con altri malati? Il personale s’impegna e non ha colpe ma diventa un facile bersaglio. Fermiamo questa miseria umana.

Continuano a prendere in giro i cittadini e a negare i diritti primari. La politica non vuole risolvere le questioni, eppure senza ritegno, “piccoli e grandi” aspiranti alle poltrone, fingono di evidenziare i problemi pur di essere sui giornali, ma non propongono e non pretendono soluzioni. Questi signori sono una miseria umana.  “Se non ci scappa il morto nessuno reagisce”. Frase tipo per dire che il problema è grave ma che niente si fa per risolverlo. La Sanità e il diritto alla cura nell’area centrale della Calabria, Lamezia ed il suo hinterland, per intenderci, è quotidianamente negato. Ma questa volta c’è stato anche un morto.  Molto probabilmente nemmeno questo serve?

Pare che nei giorni scorsi una donna affetta da setticemia sia giunta al pronto soccorso di Soveria Mannelli, da dove è stato prontamente e diligentemente chiesto l’intervento dell’ospedale di Catanzaro, perché Soveria non può più lavorare coordinando i reparti visto che non ci sono. La signora è stata rimandata indietro per ragioni a noi non troppo chiare. Dopo la risposta da Catanzaro la donna è stata mandata a casa, il fatto grave è che la stessa è deceduta. L’ospedale di Soveria Mannelli, è stato costretto a rimandarla a casa, nonostante avesse identificato la patologia e avesse richiesto l’intervento di un altro ospedale. Il perché, se tutto ciò è accaduto dovrebbe spiegarlo chi ha fatto si che la Sanità sia tutto questo. È vero? Allora, il Presidente della Regione, se questo dovesse essere vero, cosa può dire ai cittadini? L’ospedale di Soveria Mannelli che tenta l’impossibile, come quello di Lamezia, manda a Catanzaro, più o meno, 38 malati all’anno, di certo non sono questi a determinare una crisi o una carenza di posti. Oppure si? Ma non finisce qui, perché la situazione è sempre più incomprensibile ai comuni mortali.

donna muore setticemia-LameziaTermeitPassiamo a Lamezia Terme, sembra che i malati affetti da H1N1, cioè della febbre suina, che è infettiva, in questo periodo vengono ricoverati in Pneumologia, insieme ad altri malati e con il bagno in comune. Se questo dovesse essere vero, ci spiega la Regione Calabria il perché? Il reparto Malattie Infettive deve essere riaperto e la tranquillità da questo punto di vista va data a tutto il territorio, si smetta di cincischiare. Professionisti di grande volontà e di ottime qualità specialistiche vengono mortificati, sia a Soveria Mannelli che a Lamezia Terme. I malati potrebbero essere più sicuri e curati come si deve ed invece ci si deve preoccupare se  c’è un posto, c’è un medico, c’è sicurezza nei ricoveri, c’è il rispetto di un diritto sacrosanto, quello della cura. Come associazione di volontariato, noi di ARA, siamo sempre vicini all’esigenze di questo territorio e i problemi della Sanità, per noi hanno un posto di rilievo. Il Commissario Massimo Scura, ormai da anni responsabile della Sanità a Lamezia Terme, fortemente voluto dall’ex Ministro Lorenzin e da Renzi, ci spiega come può rispondere ai lametini attraverso il Coordinamento 19 marzo, che all’ospedale di Lamezia Terme è “l’esigenza di riaprire il reparto di Malattie infettive è calata”?

Abbiamo già sostenuto nei giorni scorsi, senza essere stati smentiti, che una donna affetta da morbillo, dopo essere stata rifiutata dall’ospedale di Catanzaro, da tutti gli altri ospedali della Calabria perché non c’era posto, è stata ricoverata nel capoluogo solo grazie all’insistenza dei medici che hanno valutato la gravità della situazione e dopo 36 ore. E ancora si ribadisce che non è necessario riaprire il reparto di Malattie Infettive! Sottolineando la grande importanza di questa struttura, si mette al corrente la cittadinanza e quanti, stanno “al potere” se mai non dovessero saperlo, che i malati infettivi hanno bisogno di uno “spazio protetto” per loro, per tutale dell’ammalato, degli altri pazienti e per tutto il personale che lavora in ospedale e per i cittadini che motivi diversi nella struttura transitano quotidianamente. Tutto questo a Lamezia non è più possibile. L’incapacità politica non è più una giustificazione, molto probabilmente non è questo il problema, ma una totale mancanza di volontà politica a dare risposte a Lamezia Terme ed al suo Hinterland. Pertanto, tutti dobbiamo pretendere che si ridia un’identità sanitaria e si rispetti il diritto alla cura in questa parte della Calabria.

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