Sanità. Vitale (PD): per risolvere i problemi bisogna uscire dal politichese
4 min di letturaIl nocciolo della questione sanitaria calabrese, come evidenzia il nostro grande scrittore Gioacchino Criaco in una nota apparsa su Facebook qualche giorno fa, è avere la capacità di uscire dal politichese per entrare nella sfera della riflessione e di quella concreta soluzione dei problemi che non può che partire da un’analisi lucida, anche impietosa, del sistema della salute pubblica regionale
Comunicato Stampa
In tal senso è essenziale superare l’approccio emergenziale che da decenni caratterizza le decisioni ormai solo tecniche sull’argomento, attuate senza capacità di incidere, ahimè, sulle politiche per i calabresi.
Il commissariamento, che ontologicamente nasce come strumento d’urgenza, genera, quando prolungato, l’impossibilità di orientare politicamente le scelte e impedisce lo sviluppo di un pensiero critico, democratico, condiviso e aderente alle esigenze e alle storie delle realtà umane e territoriali che dovrebbe invece ascoltare e governare. Si chiama scollamento.
E’ del tutto evidente che il momento è estremamente complicato e complesso e nessuno ha bacchette magiche da agitare, ma è altrettanto evidente che l’impulso naturale delle cose ci spinge a guardare il fondo del barile, ci schiaccia sull’obbligo di interrogarci su come fare, ma davvero, una volta per tutte, affinché le scelte che siamo chiamati a fare non siano e non debbano essere le stesse di quelle di ieri e non solo in termini di nomi, di uomini e donne, ma anche e soprattutto in termini di metodo. Se il metodo cambia, cambia anche il merito: bisogna avere il coraggio di fermarsi, di fermare la folle corsa che tira dentro tutti, politica, movimenti, cittadini, e guardare al problema da una parte differente e nuova.
E la parte nuova, come sappiamo ma attuiamo difficilmente, ha a che fare sia con le scelte che operiamo ogni volta che andiamo a votare sia con quelle minime che operiamo quotidianamente. La cittadinanza attiva, con tutte le sue quote, è un valore che, oltre a dover imparare ogni giorno a praticare, dobbiamo insegnare a partire dalle scuole: fare scelte consapevoli serve per potere essere protagonisti e corresponsabili delle sorti delle proprie comunità. Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese.
E’ kennedianamente, come cittadino e come esponente di un partito politico che ha nel suo DNA l’ambizione di essere forza riformante del Paese, che esprimo una preoccupazione profonda, per la Calabria così come per la mia Città, che vive ormai in un clima di proclami dal sapore totalitarista in cui manifestare contrarietà vuol dire essere nemici della Città.
Rivendico il diritto alla dialettica, al confronto, all’opposizione.
La Città di Lamezia Terme è ferma, isolata ed accusa forti problemi con il virus, e di fronte a questo dato dovrebbe esserci la forza e la capacità di superare i colori politici a favore dei cittadini, che non sono e non devono essere tenuti a comprendere le dinamiche della politica che litiga e si fa quindi buia e becera. Dove far fronte comune non può significare appiattirsi su posizioni non condivise, vuol dire al contrario apertura massima all’ascolto, spirito di collaborazione, cooperazione, sacrificio.
Meraviglia in tal senso come non sia stata accolta la mozione in extremis della consigliera comunale Aquila Villella, irrinunciabile presidio del PD a livello cittadino, in merito alla possibilità di effettuare test rapidi sui cittadini in un contesto epidemiologico in peggioramento.
La Segreteria Provinciale del PD ha espresso forte perplessità su modi e metodi per cercare una soluzione ai gravi problemi sul tavolo, sia in Regione che in Città, chiedendo unanimemente, nelle differenze ma con voce coesa, un cambiamento di approccio che vada dall’ascolto dei territori alla necessità di interrogarsi sul futuro della politica attiva calabrese per rifondarla su basi solide ma giovani e formate, una politica che si riempia della qualità necessaria per produrre i contenuti che possono spingere ad una innovazione profonda, profondissima, che non è davvero più possibile rimandare.
La politica ha il ruolo fondamentale, anche quando è impopolare, di farsi carico delle spinte sociali, orientando e canalizzando le energie migliori, superando gli schemi e gli steccati tradizionali in nome di una Regione e di una identità popolare mai così tanto umiliate.
Oggi, più che mai, la politica deve mostrare il suo lato migliore, quello capace di unirsi sulle cose che uniscono, interrogandosi definitivamente sui propri errori per costruire cose per una volta migliori.
Con coraggio e immediatamente.
Annita Vitale
Segreteria provinciale PD Catanzaro