Il culto di Santa Liberata nel rione Miraglia di Sambiase
2 min di letturaDue culti sono legati alla Chiesa mariana dell’Addolorata in quel di Sambiase: uno, quella della Madonna, ancora al centro di una sentita processione, l’altro, quello di Santa Liberata, che la liturgia ricorda anche nella seconda settimana di settembre (e pertanto parallela alla festa del quartiere di Nostra Signora).Chi era questa figura cristiana? Proviamo a tracciarne un breve profilo biografico, per saperne un po’ di più.
Santa Liberata era figlia di Lucio Catelio Severo, già console di Roma e governatore del nord-est della penisola Iberica, nell’anno 122. La madre Calsia partorì nove gemelle.
Piena di pudore nel vedere un parto così numeroso, decise di annegarle nel mare, dando incarico di ciò alla levatrice che, in quanto cristiana, non obbedì. Le battezzò con i nomi di Ginevra, Vittoria, Eufemia, Germana, Marina, Marciana, Basilisa, Quiteria e Liberata.
Più tardi, dopo numerose peripezie, morirono tutte martiri sotto la persecuzione dell’imperatore Adriano. Forse la giovane santa, più che crocifissa, fu martirizzata “capitis abscissione”, cioè con un colpo di spada che le tagliò la testa, oppure fu pugnalata.
Fu don Giovanni Sanmillàn, vescovo di Tuy che diffuse il culto delle nove sante a partire dell’anno 1564.
Il corpo di santa Liberata si conserva nella cattedrale di Siguenza (Spagna).
Santa Liberata è venerata come colei che ha il potere di togliere i tristi pensieri; da ciò si deve dedurre che la sua protezione si estende a tutti i mali che si desiderano evitare, soprattutto infermità e afflizioni.
Prof. Francesco Polopoli