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Sant’Onofrio (VV). Sequestro depuratore, la nota della M.k.e. Srl

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Ambiente: reflui scaricati in torrente, sequestrato depuratore

In merito all’inchiesta avviata dalla Procura di Vibo e dai carabinieri sul sequestro del depuratore di Sant’Onofrio, riceviamo e pubblichiamo la nota della M.k.e. Srl:

Con riferimento alle notizie apparse nelle ultime ore sugli organi di stampa, circa il sequestro del depuratore di Sant’Onofrio, lo scrivente Avv. Ottavio Porto, legale della M.K.E. srl – Società che ha gestito brillantemente l’impianto sin dal 2017, ritiene opportuno richiedere la pubblicazione della presente nota – chiedendone la medesima diffusione dell’originale articolo, per evitare il rischio – già in atto oltrepassato – di fornire all’opinione pubblica degli elementi incompleti e parziali.
Invero, sin dal primo anno di conduzione del depuratore – nonostante le gravissime difficoltà infrastrutturali dello stesso – la azienda catanzarese ha conseguito risultati lusinghieri, tanto da rendere l’impianto un vero e proprio fiore all’occhiello del comprensorio. Purtroppo, a seguito di una gravissima frana che ha interessato una porzione importante dei luoghi, è stata la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, congiuntamente al dipartimento ambiente della Regione Calabria, ad impedire l’accesso a porzioni del sito ai fini di sicurezza di fronte a rischi idrogeologici gravi.
M.K.E. Srl ha comunque redatto un apposito piano specifico di manutenzione con la previsione e l’obiettivo di contrastare l’inquinamento dei reflui fognari, utilizzando solo alcune apposite sezioni del vetusto impianto, ovverosia quelle non interdette. Con rammarico, l’azienda che assisto ha appreso dagli organi di stampa – prima ancora che dal Tribunale – il nuovo intervento dei Carabinieri.
Singolare come, nonostante il Comune abbiamo quasi ultimato i lavori di ammodernamento e la puntuale manutenzione della M.K.E. Srl con la previsione e comunicazione di un piano ad-hoc tecnico biologico, oggi lo stesso sito venga sequestrato per motivi che gli stessi Organi di controllo conoscono e conoscevano ampiamente, essendo aggiornati periodicamente sulle condizioni precarie delle strutture, dovute (e peggiorate) alla interdizione all’utilizzo.
Tanto si doveva, ad onor del vero, nella certezza che – ben presto – si potrà dimostrare nelle sedi opportune, già cominciare dalle prime battute dell’eventuale procedimento, la completa estraneità ai fatti dell’azienda catanzarese.

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