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Trame.9. Save the Children, bambini e periferie tra povertà e disuguaglianze

3 min di lettura

Save the Children presenta l’Atlante dell’infanzia a rischio 2018 con focus su minori, mafie e periferie

LAMEZIA. Save the Children è ancora una volta protagonista di Trame con l’Atlante dell’infanzia a rischio. Diletta Pistono e Antonella Inverno hanno presentato il volume dialogando con Danilo Chirico (associazione Da Sud), autore di Under: giovani, mafie e periferie (Perrone) insieme a Marco Carta.

L’Atlante dell’infanzia a rischio 2018

Il tema dell’edizione 2018 dell’Atlante redatto da Save the Children è la periferia, o meglio le periferie dei bambini con le loro differenze di opportunità, di servizi e di spazio. La periferia non è solo un concetto spaziale o territoriale, ma è anche un insieme di possibilità concesse o negate al bambino. Risulta quindi necessario portare l’osservazione della realtà all’altezza  dei bambini, con le loro esigenze e le loro ambizioni.

Tra le altre cose, Diletta Pistono, referente di Save the Children, ha fatto il punto sulla cosiddetta povertà educativa. Si tratta di un disagio che non riguarda solo la sfera economica ma anche quella culturale e che spesso si riscontra proprio nelle periferie. Queste ultime, quindi, da periferie geografiche diventano anche periferie educative dove la povertà riguarda soprattutto gli stimoli e le opportunità dei bambini e dei ragazzi. Sono, a ben vedere, contesti nei quali germoglia il rischio di esclusione sociale nel futuro del bambino.

Nelle aree a forte tasso mafioso, soprattutto nei comuni commissariati per infiltrazioni mafiose, inoltre, il settore che viene maggiormente colpito è quello delle politiche sociali, ossia delle scelte che riguardano direttamente i bambini. Un ente pubblico che viene bloccato, come può essere considerato un comune commissariato, è un soggetto che non prenderà buone decisioni in ambito sociale.

I minori, le periferie e la mafia

Di avviso non discorde è Danilo Chirico che, parlando del libro curato a quattro mani con Marco Carta, sottolinea lo stretto rapporto che intercorre tra le periferie e la devianza di stampo mafioso dei giovani. Un nuovo focus che Chirico propone nello studio delle giovani generazioni di mafiosi è quello sui social network. Sono infatti dei nuovi spazi nei quali anche i giovani rampolli delle cosche si muovono nel tentativo di amplificare la loro influenza creando allo stesso tempo consenso e approvazione. Altro tema messo a fuoco nel libro è la marginalità che caratterizza ancora l’infanzia e l’adolescenza.

Scarsa attenzione alle esigenze dei più piccoli

Anche Antonella Inverno, di Save the Children, sottolinea la necessità di mettere i bambini al centro della riflessione.  Purtroppo in Italia non esiste, ad esempio, un osservatorio sul lavoro minorile e non ci sono supporti alla genitorialità o, dove sono presenti, non sono sufficienti.  Su quest’ultimo aspetto, risulta rilevante constatare che i supporti sono via via sempre meno presenti man mano che ci si addentra in territori ad alta presenza mafiosa. Proprio in relazione a ciò, la proposta di Save the Children è di partire dalle basi, ossia dall’estirpazione della cultura mafiosa. Sarebbe necessaria dunque una politica di prevenzione che partisse già dalla più tenera età, in quanto recenti studi hanno rilevato che dai tre anni e mezzo i bambini percepiscono le differenze proprie dello svantaggio.

Daniela Lucia

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