Scandalo Calabria Etica, il pm ha chiesto nove rinvii a giudizio
2 min di letturaIl pm Graziella Viscomi ha chiesto il rinvio a giudizio per nove dei 12 indagati nell’inchiesta Calabria Etica, l’ente in house della Regione Calabria che si occupava del sostegno alle categorie sociali più deboli e alle famiglie disagiate.
Il giudice ha chiesto il rinvio a giudizio, tra gli altri, per l’ex presidente di Calabria etica Pasqualino Ruberto e l’ex direttore generale del dipartimento Lavoro della Regione Calabria, Vincenzo Caserta.
Tutti gli indagati sono accusati di abuso d’ufficio in concorso. Al centro dell’inchiesta l’assunzione di 251 collaboratori per quattro progetti “dal contenuto fumoso – secondo l’accusa – privi di concretezza e di riferimenti alle modalità di attuazione, nonché carenti di accordi con le autorità collegate cui i lavoratori erano destinati”.
Le assunzioni avrebbero avuto fini “clientelari” perché fatte in concomitanza con le elezioni regionali del 2014 e le comunali a Lamezia del 2015.
Alle amministrative di due anni fa Ruberto era candidato a sindaco con due sue liste. Lo scandalo di Calabria Etica è esploso nel febbraio scorso con l’inchiesta “Robin Hood” che ha coinvolto politici, imprenditori e amministratori pubblici della Regione Calabria.
L’inchiesta si è concentrata sulla gestione dei fondi europei che arrivavano da Bruxelles e che erano destinati alle classi sociali più svantaggiate.
La magistratura ha accertato l’esistenza di un comitato d’affari che avrebbe distratto i finanziamenti comunitari vincolati al progetto regionale “Credito sociale”, indirizzandoli su conti correnti di società private, italiane ed estere.
L’operazione è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, e il provvedimento è stato eseguito dal Ros insieme alla Guardia di finanza di Vibo Valentia.
Nei confronti degli indagati sono stati ipotizzati, a vario titolo, i reati di truffa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, peculato, turbativa d’asta ed abuso d’ufficio.
Al centro dell’inchiesta l’ex assessore regionale al Lavoro di centrodestra Nazareno Salerno, accusato di aver intascato una tangente di oltre 200 mila euro.
Nel registro degli indagati anche l’ex presidente di Calabria Etica Pasqualino Ruberto, e l’ex direttore generale del Dipartimento regionale Servizi sociali Vincenzo Caserta.
Secondo l’accusa avrebbero tutti fatto parte di un comitato d’affari che aveva ‘messo le mani’ sui fondi europei che sarebbero finiti poi nelle tasche della cosca ‘ndranghetista dei Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia)
Redazione