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Sciopero dei lavoratori della vigilanza privata

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Procalamato lo sciopero dei dipendenti dell’Istituto di vigilanza privata Buccafurri. L’Azienda, con sede a Catanzaro, ha un appalto per la sicurezza nell’aeroporto di Lamezia Terme. L’USB, da tempo, porta avanti una dura battaglia per la tutela della dignità e dei diritti dei lavoratori.
di Valeria Folino

vigilanza privata Buccafurri

Lunedì 22 maggio dalle ore 10 i lavoratori della vigilanza privata di Catanzaro manifesteranno davanti ai cancelli dell’Azienda a Catanzaro,  in via Molè 81. La protesta  – si legge nel comunicato dei lavoratori –  ‘per porre l’attenzione sui continui soprusi che avvengono nell’azienda’. L’azienda in questione è la ‘Buccafurri’ che dal 1964 fornisce servizi di sicurezza privata, notturna e diurna, ad una clientela istituzionale e non, e rappresenta una realtà tra le più importanti che operano in Calabria: 272 guardie particolari giurate, 38 portieri, 97 mezzi, di cui 7 furgoni blindati, oltre a numerose pattuglie.

I dipendenti dell’istituto di Vigilanza lamentano, ormai da mesi: il mancato pagamento da marzo dello stipendio, mancata retribuzione tredicesima e quattordicesima nonché delle prestazioni di lavoro straordinario dei lavoratori e delle ferie. L’Unione sindacale di Base (USB) porta avanti da tempo una dura battaglia anche per il mancato versamento da aperte dell’Istituto del TFR-  trattamento di fine rapporto dei lavoratoti.
L’Azienda Buccafurri, con sede a Catanzaro, ha un appalto nell’aeroporto di Lamezia Terme per la sicurezza, e le guardie dell’aeroporto da mesi hanno esposto la loro poca serenità nello svolgere il proprio servizio, un lavoro delicato che richiede lucidità e prontezza che potrebbero essere compromesse dalla preoccupante situazione economica e non solo dell’azienda.

Nel mese di Aprile, la USB ha spiegato in un comunicato: “Non è il titolo di un film, ma è quello che continua a succedere all’interno di un posto di lavoro come la Vigilanza a Catanzaro. Oggi, per restare in tema, registriamo: contestazioni di addebito, trasferimenti con la propria vettura verso altre città di lavoratori assunti a Catanzaro, mentre quelli di altre città spostati a Catanzaro…il valzer delle sedi!! Tutte le autorità sono informate di quanto succede, guarda caso ai soli iscritti alla USB, a coloro, cioè, che hanno osato riunirsi intorno ad un tavolo e denunciare i soprusi e le vessazioni da parte dell’azienda; lo abbiamo fatto ancora una volta qualche giorno fa con il prefetto, consegnandole un “dossier” su cosa subiscono i lavoratori e su cosa invece ostenta in termini di opulenza l’azienda. Abbiamo fatto le stesse denunce all’ispettorato del lavoro di Catanzaro e siamo ancora in attesa di conoscere le determinazioni. Quello che ci meraviglia molto è il fatto che chi dovrebbe tutelare le garanzie sindacali, la pluralità d’intervento, la libera scelta dei lavoratori di farsi rappresentare da chi desiderano a Catanzaro NON si muova! Ora stiamo lavorando come USB su un altro fronte, denunciando le irregolarità e invitando alla verifica se esistono estremi di illecito in alcune azioni, in attesa di formalizzare ed accreditare la rappresentanza sindacale in azienda.
Ci rivolgiamo anche alla politica, quella che leggendo l’articolo si gira dall’altra parte senza interrogarsi su cosa sta subendo questo gruppo di lavoratori (magari sperando che magari domani anche loro possano trovare un posticino per qualche parente o amico!). Una politica che appare sorda, cinica e in malafede verso tutti coloro che in questo Paese tentano la via del sindacato VERO, NON concertativo. In questo ultimo anno di attività sindacale abbiamo avuto la sensazione che a Catanzaro l’entrata in una azienda di un sindacato indipendente come il nostro, fosse percepita come una dichiarazione di guerra, anziché, come accade dappertutto, come una opportunità. I tesserati e attivisti della USB, non sono sovversivi, ma semplicemente  dipendenti e lavoratori di questa città che stanno conducendo una battaglia politica regionale e nazionale contro la disoccupazione, contro le politiche di esclusione dai cittadini dalla vita sociale, a favore dei diritti costituzioni di associarsi e di riconquistare i diritti svenduti dalle organizzazioni sindacali compiacenti e di stato.   Ma non si illudano, continueremo la nostra battaglia”.

Da tempo la parlamentare del Movimento 5 stelle Dalila Nesci chiede che siano verificate le condizioni dei lavoratori del servizio di sicurezza e controllo. La deputata, con un’interrogazione parlamentare, è intervenuta “sul servizio di sicurezza e controllo dei passeggeri in partenza” segnalando al Governo che sui pagamenti “ai dipendenti dell’Istituto di Vigilanza si registrano gravi ritardi da tempo, anche con frazionamenti dell’importo mensile confermati dalla stessa azienda”.
La Parlamentare 5stelle ha segnalato, inoltre, che il servizio aeroportuale di controllo presenterebbe “una organizzazione delle risorse umane con aggravio della salute e la tranquillità dei lavoratori, in ragione dei turni massacranti e della mancanza di adeguato riposo, il che non può ammettersi nel delicatissimo servizio di vigilanza in argomento”.

Gli impiegati dell’azienda chiedono, pertanto, il rispetto della dignità e dei diritti come lavoratori.

 

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