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Scoppia il caos cimiteri a Vibo Valentia

4 min di lettura

«Sporcizia, niente manutenzione e mancanza di loculi»

Comunicato Stampa

Il vicecapogruppo presenta oggi 18 ottobre in consiglio comunale un Ordine del Giorno urgente sulla vicenda

VIBO VALENTIA. Un Ordine del Giorno sulla delicatissima situazione in cui versano i  cimiteri di Vibo Valentia fra incuria e non adeguamento alle nuove norme di polizia mortuaria.

Condiviso dall’intero gruppo composto anche da Katia Franzè, Pietro Comito ed Elisa Fatelli, lo presenterà domani con urgenza in consiglio comunale il vicecapogruppo di Coraggio Italia Giuseppe Russo.

Russo entra nei particolari: «Primo biglietto di visita: scritte ingiuriose e altrettanto volgari sui muri perimetrali di entrata del cimitero del capoluogo (con altro intervento in assenza di ripristino della pulizia dei muri mi ero reso disponibile ad intervenire ai lavori con fondi personali, previa autorizzazione degli uffici comunali competenti), per poi entrarci e scorgere al primo impatto: corridoi sporchi, escrementi di piccione sulla pavimentazione e perfino su alcune lapidi e sulle scalette, oltre a topi morti, per cristallizzare infine una realtà composta di zone completamente allagate alle prime piogge autunnali e cordoli degli edifici adibiti a loculi fatiscenti e pericolanti, il tutto a causa di una totale mancata programmazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che ne garantiscano la giusta agibilità e sicurezza dei luoghi.

Decisamente una situazione inadeguata al rispetto dei luoghi che si registra oltre nel cimitero del capoluogo anche nei cimiteri delle frazioni di Longobardi, Piscopio,  Bivona e Triparni, dove mancano pure posti e per i quali il 20 dicembre 2020 in consiglio comunale all’unanimità si dava mandato al sindaco per attivarsi.

Questo non è rispetto per un luogo sacro dove le persone si recano per rendere omaggio alle tombe dei propri cari».

Ma l’attenzione del gruppo di Coraggio Italia sul caos cimiteri, è indirizzata particolarmente per la mancanza, con specifico riferimento al capoluogo e frazione Vene, di spazi di loculi.

Quindi “Vietato Morire”: infatti è assurdo ma purtroppo realtà che nel mezzo del calvario delle famiglie colpite dal lutto, oltre al dolore, debbano scontrarsi con il diniego di un posto dove poter tumulare un proprio caro.

E’ pur vero che su input del consigliere Pietro Comito sono state avviate le procedure di aggiudicazione dei lavori di ampliamento dei cimiteri di Vibo Valentia e Vena da realizzarsi in Project Financing (art.53 comma 19 del D.lgs.163/2006 e s.m.i.) ma tale procedura seppur abbia registrato forti ritardi e sembra essere ripartita richiede ancora tempi abbastanza larghi da non consentire la normalità nel breve termine».

Russo evidenzia ancora: «A tutto questo si aggiunge un obsoleto e vecchio ordinamento giurisprudenziale adottato ad oggi dal Comune di Vibo che non consente situazioni alternative per una oggettiva risoluzione per la mancanza di loculi, dove l’unica certezza è il caos che regna.

Non c’è una cosa giusta in tutto questo. Si è perso di vista il “senso del lutto”, le difficoltà che vivono le famiglie colpite dalla scomparsa di un proprio caro. Eppure in questo mondo, più di altri, c’è bisogno di sensibilità ed etica.

L’unica alternativa per ricavarne posti ad oggi utilizzata sembra sia soltanto l’estumulazione dei cadaveri tumulati a scadenza della concessione (circa 99 anni) per il trasferimento dei resti nell’ossario comunale».

Ed, allora, ecco la proposta: «Previo adeguamento degli Uffici comunali e dell’attuale regolamento vigente con l’ordinamento italiano di polizia mortuaria, stabilito dal comma 3 dell’art. 92 e dagli artt. 93 e 94/2 del DPR 285/90,  l’applicazione di procedure volte ad avviare soluzioni giuridicamente consentite per recuperar spazi, definita gergalmente in alcune zone d’Italia come “spurgo” con la possibilità per i familiari di richiedere l’estumulazione della cassa e la successiva apertura, con taglio del coperchio metallico, solo per valutare lo stato di mineralizzazione della salma, non essendo intenzionati né ad inumarla (come, invece, richiederebbe il comma 2 dell’Art 86) né a trasferirla ad altra sepoltura: se le membra del defunto sono mineralizzate si procede alla raccolta delle ossa liberando così un posto, mentre se non sono ancora scheletrizzate di procedere ad operazioni di cremazione permettendo così una certa rotazione del patrimonio cimiteriale, anziché provvedere così come sta avvenendo in troppi casi nei nostri cimiteri, a rifasciatura e ritumulazione nello stesso sepolcro, pena spazi sempre occupati».

Ed ancora, conclude Russo, «l’indizione da parte degli Uffici comunali competenti, di una manifestazione di interesse e – o avviso esplorativo, ai sensi della normativa di affidamento appalti vigente, per l’individuazione di un soggetto idoneo che si occupi del servizio di trasporto e cremazione resti mortali non mineralizzati provenienti da esumazione – estumulazione».

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