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Scuola: a Reggio C. intesa contro dispersione, stop a contributi

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Scuola: a Reggio C. intesa contro dispersione, stop a contributi

Firmata da Procura Minori, Comune e Inps. Niente Rdc ai genitori


REGGIO CALABRIA. Un protocollo di intesa contro la dispersione scolastica “di base” è stato firmato a Reggio Calabria fra la Procura per i Minorenni, il Comune, la Direzione provinciale dell’Inps e gli istituti comprensivi “Bernardino Telesio” di Modena-San Sperato, “Radice Alighieri” di Catona-Arghillà e “Falcomatà” di Archi. “Il protocollo – ha spiegato il procuratore dei Minori Roberto Di Palma – nasce dalla constatazione che abbiamo una dispersione significativa, non in periferia ma a Reggio città.

E’ intollerabile. Il nostro compito è quello di creare un circuito virtuoso fra istituti e pubblica amministrazione”. Il magistrato si è soffermato sulla dispersione “di base” cioè quella dei bambini che dovrebbero essere iscritti alla prima elementare e non lo sono. “Sono bambini – ha detto – di cui non si sa nulla. La cosa grave è che questi bambini vengono presentati alla prima quando hanno compiuto anche 10 anni. È una situazione gravissima perché crea problemi di socializzazione, di didattica e di integrazione. È inaccettabile che venga negato il diritto all’istruzione. Per ogni bambino a cui viene negato, potenzialmente stiamo tarpando le ali a delle persone che potrebbero essere importanti nella nostra società”. Il protocollo prevede che il Comune fornisca alle scuole gli elenchi degli iscrivendi alla prima elementare.

La scuola confronta l’elenco con quello degli iscritti. Chi manca verrà segnalato alla Procura dei Minori che interpellerà le famiglie per sapere se sono in altre scuole. Se non è così, i genitori avranno 10 giorni di tempo per adempiere altrimenti saranno segnalati alla Procura ordinaria, ma anche al Comune e all’Inps. Il Comune potrà revocare eventuali contributi erogati anche in ragione della frequenza scolastica.

Qualora i genitori fossero beneficiari del reddito di cittadinanza, l’Inps dovrà sospendere l’erogazione. Questo perché, spiega Di Palma, “quando le famiglie sottoscrivono il Patto di inclusione sociale, sottoscrivono l’impegno di mandare i figli a scuola. Venendo meno ci sono i presupposti affinché Comune e Inps sospendano gli emolumenti. È chiaro che questo protocollo ha una finalità preventiva. Non vogliamo tendere trappole, vogliamo che i i bimbi vadano a scuola”. (ANSA).

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