Sentenza Masnada, la riflessione delle attiviste del CAV Lanzino
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Lo hanno chiamato”masnada” ovve ro Branco, quello composto da 16 giovani tra cui 2 minorenni che per più di un anno sono stati autori di violenze e abusi sessuali e morali nei confronti di due ragazze, due giovani adolescenti, catturate con il ricatto di una relazione affettiva
É di ieri la sentenza di condanna per sei dei dodici indagati arrivata a conclusione del processo con rito abbreviato che il Centro antiviolenza “R. Lanzino” ha seguito e partecipato per volontà della famiglia di una delle vittime, costituendosi parte civile attraverso Vanessa Piluso, avvocata del CAV.
Il Centro ha affiancato e sostenuto la ragazza e la sua famiglia in questo momento di confronto con la giustizia.
“Malgrado la nostra esperienza, ormai più che trentennale in merito alla violenza di genere, riusciamo ancora a trasalire nel constatare la bestialità di questi comportamenti, che ci riportano col pensiero a riti sessuali ancestrali, frutto di violenza e potere patriarcale.
Per questo appare sempre più necessaria una educazione di genere all’interno delle scuole, nella comunità educante e più in generale in tutte le istituzioni che si interfacciano con il problema della violenza maschile sulle donne”, si legge nella nota diffusa dal CAV “R. Lanzino”.
É proprio la legale del CAV, l’avvocata Vanessa Piluso, a concludere affermando: “questa sentenza, dopo un lungo e complesso percorso giudiziario, rappresenta un momento importante della nostra giustizia in merito alla violenza di genere, e nello specifico alle condotte brutali con le quali si sono verificati gli abusi sessuali ai danni di due giovani donne. In particolare, restituisce ad A., che ha voluto fortemente che il nostro Centro si costituisse parte civile nel processo al suo fianco, la dignità che le è stata negata. Per il suo coraggio di raccontare quanto subito, e per tutte le donne”.