Senza sordi ‘un ssi ndi canta missi
2 min di lettura«Senza soldi non se ne cantano messe»: strano a dirsi, ma un detto come questo è rivelatore di un implicito tariffario ecclesiale
La locuzione, a dire il vero, si rifà al detto latino «absque aere mutum est Apollinis oraculum» («senza denaro è muto l’oracolo di Apollo»): della serie, è un costume antico dall’età precristiana fino ad oggi.
A dirimere la questione ci ha pensato il buon Papa Francesco, che, nel merito, si è espresso in questo modo: “la messa non si paga – Il sacrificio di Cristo è gratuito”. “Nessuno è dimenticato durante la preghiera eucaristica”, ha proseguito il Santo Padre, aggiungendo che il celebrante non può chiedere nulla in cambio salvo delle offerte, qualora gli venissero proposte.
A monte il problema evidenziato dal nostro vernacolo, malgrado il tono caustico, è di natura etica: questo strano modo di ragionare per cui tutto ha un prezzo è bollato come fondamentalmente amorale, poco umano, cioè, e l’humanitas fa bancarotta quando vien meno la pietas…
Alda Merini
Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti.
Di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori, detti pensieri,
di rose, dette presenze,
di sogni, che abitino gli alberi,
di canzoni che faccian danzar le statue,
di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti…
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
Terra d’Amore (Bari, Acquaviva 2003).
Prof. Francesco Polopoli