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Settimana del cervello a Samarcanda: “imparare a sentirci meglio cambiando modo di pensare”

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Settimana del cervello a Samarcanda

“Non possiamo cambiare le situazioni spiacevoli, ma possiamo imparare a sentirci meglio cambiando il nostro modo di pensare”.

Settimana del cervello a Samarcanda

Comunicato stampa:

LAMEZIA. Con questo messaggio la psicologa Ilaria Zaffina ha concluso il momento formativo sulla mente al centro culturale Samarcanda, nell’ambito della Settimana del Cervello, campagna internazionale nata per diffondere una maggiore consapevolezza delle dinamiche della mente umana, promossa in Italia da Hafricah.Net, portale di divulgazione neuroscientifica partner della Dana Foundation, con centinaia di eventi, seminari e incontri in tutta Italia in questi giorni.

Per la presidente del centro Manuelita Iacopetta “ospitare l’appuntamento di un evento di rilievo nazionale e internazionale, come la Settimana del Cervello, è un’occasione prestigiosa non solo per il nostro centro, ma per tutta la città, che ha l’opportunità, come nelle maggiori città italiane, di approfondire un tema complesso e affascinante, di conoscere questo “grande sconosciuto” che è il nostro cervello”. Un focus a trecentosessanta gradi sul mondo delle emozioni, quello offerto dalla dottoressa Zaffina, che indicando le diverse tipologie di emozioni e sentimenti che contraddistinguono la quotidianità ha sottolineato l’importanza di “alfabetizzare le emozioni, per imparare a riconoscerle e gestirle. Le emozioni non sono sintomo di debolezza, come spesso si crede e in tanti casi viene colpevolmente insegnato anche ai bambini. Non bisogna evitare le emozioni né convincersi che sia impossibile gestirle. Occorre imparare a leggere le emozioni per tessere relazioni più serene con gli altri, per gestire i conflitti, per conoscerci più a fondo, per valutare le reazioni di chi ci sta di fronte. Basti pensare alla tristezza, stato emotivo presente nella nostra quotidianità.

La risposta non è autoimporsi o dire agli altri “non essere triste”, ma essere consapevoli che la tristezza è legata a un determinato momento e a una determinata condizone. Non entrare nel circolo vizioso di assolutizzare quello stato d’animo e magari privarsi della possibilità di vivere altre emozioni positive. Questo è un esempio di come è possibile regolare le emozioni e, in ultima stanza, conoscerci e stare meglio”. Dettagliato l’intervento di Caterina Ermio, direttore facente funzione dell’Unità operativa complessa di neurologia all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme e presidente nazionale dell’Associazione Italiana Donne Medico, che descrivendo i meccanismi neurologici alla base delle emozioni, ha sottolineato “il concetto di “network” come chiave per capire il nostro cervello e noi stessi. Ognuno di noi è un tutt’uno con l’ambiente che lo circonda, con la sua storia, con il proprio patrimonio culturale e ogni emozione che sperimentiamo passa attraverso questa serie di dinamiche che riguardano ognuno di noi”.

La Ermio ha invitato a “ragionare sui comportamenti che mettiamo in atto ogni giorno che possono condizionare negativamente e positivamente la nostra mente. Quando si sporca l’ambiente che ci circonda, quando si distrugge il paesaggio, quando si creano condizioni per un ambiente inospitale tutto questo influisce in maniera negativa sul nostro cervello”. Sul rapporto tra messaggi pubblicitari ed emozioni si è incentrato l’intervento di Maria Teresa Di Benedetto, dottoressa in psicologia della comunicazione e del marketing, che in un video intervento ha presentato i risultati della sua tesi sperimentale rispetto agli effetti sulla mente di alcuni spot anti – fumo. Il grande merito della psicologia di “aver ricondotto all’unità l’uomo, riunificando mente e corpo” è stato evidenziato dalla docente Michela Cimmino, responsabile eventi Samarcanda che ha ricordato come “il tema della mente legata alla riscoperta del bello, dell’arte, all’alimentazione ha rappresentato in questi anni uno dei fili conduttori dell’attività culturale del nostro centro”.

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