La sfida degli investimenti infrastrutturali al sud nel PNRR
4 min di lettura“Il PNRR può concretizzare uno straordinario cambiamento di prospettiva rispetto alle tendenza che ha visto un declino continuo della spesa infrastrutturale al Mezzogiorno” afferma Franco Iacucci, Responsabile UPI per il Mezzogiorno, Presidente della Provincia di Cosenza
Comunicato stampa
Nei giorni scorsi, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato che solo riducendo il divario tra il Mezzogiorno e il Centro-Nord si può far ripartire l’economia del Paese.
È un’affermazione di cruciale importanza per il futuro dell’Italia, a cui ha fatto seguito il Ministro del Sud e della Coesione, Mara Carfagna, con l’iniziativa “Sud – Progetti per ripartire”, finalizzata a promuovere un confronto di merito e di alto livello in vista della elaborazione definitiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e della definizione dell’Accordo di Partenariato per la programmazione dei fondi europei 2021/2027.
Infine, la Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera – correlatrice la deputata Enza Bruno Bossio – ha approvato un parere sul PNRR che suggella l’impegno del Parlamento nella promozione di uno sviluppo omogeneo del Paese e nel superamento di quei divari territoriali ed infrastrutturali che costituiscono il grande ostacolo alla crescita del Mezzogiorno e dell’Italia, nel contesto del rafforzamento delle relazioni con l’Europa e del rilancio del ruolo italiano nello scenario euromediterraneo e mondiale.
Come ribadito, con forza, dall’Unione delle Province Italiane nel recentissimo Dossier sul PNRR, si tratta di una sfida senza precedenti, in cui il nostro Paese può disegnare per se stesso un ruolo di assoluto protagonista nell’Europa del prossimo futuro.
In questa sfida, il Mezzogiorno è centrale.
L’allocazione al Sud di una quota di risorse del Piano ben superiore al suo peso in termini di popolazione (pari al 34%) e realmente aggiuntive rispetto alla spesa ordinaria e agli investimenti degli altri fondi europei e nazionali, costituisce un ineludibile punto di partenza. D’altra parte, se del Programma Europeo Next Generation EU, da cui discende il PNRR, l’Italia di cui è tra i maggiori beneficiari – con più di 200 miliardi di euro disponibili – lo si deve proprio all’importanza che la Commissione Europea ha assegnato all’obiettivo di riduzione delle disparità territoriali.
In questa sfida, gli investimenti nelle infrastrutture, materiali e immateriali, sono cruciali.
Il PNRR, concentrando risorse che possono raggiungere, in pochi anni, una percentuale significativa del PIL nazionale, può concretizzare uno straordinario cambiamento di prospettiva rispetto alle tendenza, in atto da ormai trent’anni, che ha visto un declino continuo della spesa infrastrutturale al Mezzogiorno, con impatti drammatici sulla competitività e l’economia nazionale, sull’ulteriore allargamento dei divari di cittadinanza tra Nord e Sud e sui livelli essenziali delle prestazioni in vari settori, dal trasporto pubblico alla sanità.
Le priorità infrastrutturali per il Mezzogiorno devono certamente concentrarsi sulle storiche problematiche della manutenzione e della messa in sicurezza di strade e autostrade, dell’ammodernamento delle reti idriche, della qualificazione e il rafforzamento dell’edilizia pubblica e sociale, come fortemente ribadito nel parere espresso dalla correlatrice calabrese Bruno Bossio in Commissione Trasporti. Così come una strategia unitaria ed integrata per le infrastrutture, i servizi e le competenze digitali deve essere assunta sia quale obiettivo strategico sia quale condizione abilitante trasversale a tutte le missioni del Piano, con specifica declinazione di progetti ed obiettivi per il Mezzogiorno.
Nel contempo, fondamentali sono il potenziamento della rete ferroviaria e autostradale, il miglioramento del trasporto pubblico locale e il sostegno alle filiere logistiche territoriali, in particolare nell’intermodalità ferroviaria e nell’interportualità, in una visione integrata con il rafforzamento delle infrastrutture e dei servizi portuali.
A questo riguardo, nel quadro dell’obiettivo di infrastrutturare compiutamente il telaio insediativo e territoriale del Paese, l’Alta Velocità Ferroviaria da Salerno a Reggio Calabria, da Messina a Palermo e tra Napoli e Bari, ed il conseguente riassetto di tutta la mobilità nazionale, costituiscono un obiettivo decisivo, che va realizzato sia con le risorse del PNRR, sia con le altre risorse della Programmazione Nazionale e Comunitaria 2021/2027, sia con quelle da destinare nel prossimo Contratto di Programma fra Rete Ferroviaria Italiana e Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile.
Così come ineludibile è il completamento del disegno strategico della rete autostradale e ferroviaria italiana lungo la Direttrice Jonico-Adriatica e le relative trasversali prioritarie.
Nel complesso, questo fronte di investimenti per il Sud – che, come noto, hanno un moltiplicatore più elevato e producono impatti profondi e duraturi sul l’intero sistema economico nazionale – costituisce un fattore determinante di competitività economica dell’intero Paese a scala euromediterranea e mondiale.
L’Italia si trova di fronte all’irripetibile occasione di avviare la ricostruzione, dopo la pandemia, mettendo insieme crescita nazionale e coesione tra le sue diverse aree, equità sociale e riequilibrio territoriale, impegnando le maggiori risorse sulla transizione ecologica e digitale e sull’accesso ai diritti di cittadinanza (salute, istruzione, mobilità) ed orientando i processi verso la sostenibilità intergenerazionale, ambientale e sociale. La sfida è rilanciare gli investimenti pubblici, in particolare infrastrutturali, in una visione integrata, coraggiosa e innovatrice, in un disegno unitario di politica economica finalizzato a valorizzare la prospettiva euromediterranea e globale dell’Italia, con al centro l’obiettivo del riequilibrio territoriale, la coesione europea e nazionale e la piena valorizzazione del contributo alla ripartenza che il Mezzogiorno può dare al Paese.