Siccità: L’Italia avverte che un terzo della produzione agricola è a rischio
3 min di letturaIl ministro dell’Agricoltura italiano avverte che un terzo della produzione agricola italiana è a rischio a causa della siccità e delle scarse infrastrutture idriche
Il governo italiano ha dichiarato lo stato di emergenza per gran parte del nord del Paese, colpito dalle piogge, liberando 36,5 milioni di euro (circa 38 milioni di dollari) in fondi.
Il ministro dell’Agricoltura italiano ha avvertito mercoledì il Parlamento che un terzo della produzione agricola italiana è a rischio a causa della siccità e delle scarse infrastrutture idriche, e che la situazione è destinata a peggiorare negli anni a venire.
Stefano Patuanelli ha fornito i dati più recenti degli istituti di ricerca governativi, secondo i quali l’Italia ha perso il 19% delle risorse idriche disponibili nel periodo 1991-2020 rispetto al periodo 1921-1950, e nei prossimi decenni potrebbe registrare un’ulteriore diminuzione fino al 40%.
“Stiamo quindi assistendo a un lento ma inesorabile deperimento della disponibilità idrica nel nostro Paese”, ha dichiarato Patuanelli alla Camera dei Deputati.
Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza in diverse regioni settentrionali a causa di una prolungata siccità e dell’ondata di caldo che ha prosciugato il fiume Po, un’arteria cruciale per l’irrigazione in un’area dell’Italia centro-settentrionale che è un produttore chiave di frutta, verdura e cereali.
La siccità ha fatto seguito a precipitazioni insolitamente scarse durante l’inverno, che hanno privato le montagne delle nevicate fresche che normalmente alimentano fiumi e bacini idrici in estate. La combinazione di questi eventi climatici è stata ritenuta responsabile del distacco del ghiacciaio della Marmolada, avvenuto il 3 luglio, e della conseguente valanga che ha ucciso 11 escursionisti nel nord di Trento.
Patuanelli ha detto ai legislatori che tali siccità si verificano ciclicamente in Italia, all’incirca ogni cinque anni, ma che si prevede che si verificheranno più spesso e “con conseguenze sempre più devastanti”. Questi eventi naturali, infatti, non hanno l’aleatorietà delle slot di NetBet.
Ha detto che il bacino del Po è attualmente la preoccupazione maggiore “perché l’area riguarda un terzo della produzione agricola nazionale”.
“Stiamo parlando di coltivazioni di frutta, verdura, pomodori e cereali, in particolare mais e riso”, nonché degli allevamenti che producono il famoso parmigiano e prosciutto della regione.
La Coldiretti ha dichiarato che l’emergenza è già costata agli agricoltori italiani circa 3 miliardi di euro di perdite, insieme all’impennata dei prezzi dell’energia dovuta alla guerra della Russia in Ucraina.
Se il caldo anomalo e la mancanza di precipitazioni sono all’origine della crisi attuale, l’Italia ha un’infrastruttura idrica notoriamente dispendiosa che, secondo le stime dell’agenzia statistica nazionale ISTAT, perde ogni anno il 42% dell’acqua potabile dalle reti di distribuzione, in gran parte a causa di tubature vecchie e in cattivo stato.
Lo stato generale degli acquedotti italiani è in pessimo stato, ma forse ci sono soluzioni che non hanno a che fare con il dover ricostruire tutta la rete idrica, ma semplicemente aumentare la produzione.
Recenti studi, infatti, hanno visto che con una “modica cifra” di due miliardi di euro, il governo italiano potrebbe costruire abbastanza impianti di produzione di acqua dolce da acqua marina per poter risolvere la crisi idrica del Bel Paese.
Ovviamente, si stima che per l’implementazione saranno necessari numerosi anni (si parla di 6 per lo meno), ma a progetto ultimato si potrebbe avere un’abbondanza di acqua che supporterebbe nei periodi estivi le zone molto colpite da siccità.